La cosa che più sorprende rispetto allo scontro disordinato che s’è aperto nel M5s è la confusione, e talvolta perfino la sorpresa, di molti osservatori e perfino di consumati politici. C’è una difficoltà a comprendere che il processo che si sta svolgendo dentro la creatura inventata e creata dalle fantasie antipolitiche di Casaleggio e Grillo è la conclusione necessaria del paradigma utilizzato per costruirla e metterla in piedi.
Se in politica “Uno vale Uno” la politica non fa la differenza. Non vale più nulla e quindi è destinata a disfarsi. Ed è ciò che sta accadendo al M5s. Una parte degli elettori 5s hanno scoperto che non è vero che “Uno vale Uno” e si sono ritratti scontenti, delusi e/o con la voglia di fare i conti col proprio l’errore. L’altra parte è infuriata perché il M5s una volta conquistato il Parlamento non ha realizzato la politica dell’Uno vale Uno e non ha proceduto ad aprirlo come una scatoletta di tonno, secondo gli impegni presi. Si può concludere ragionevolmente prendendo atto che lo tsunami che sta devastando i 5s è soltanto l’irruzione della complessità della politica e la sua dolorosa scoperta.
Insomma, il M5s è destinato a sparire. E’ strutturalmente incapace di costruire un qualsiasi progetto politico che non neghi la sua esistenza. Controprova: per resistere una legislatura ha dovuto ondeggiare tra 3 diversi e opposti progetti politici. Un primo governo con la destra della Lega Nord di Salvini (nonostante la valanga di voti pentastellati conquistati a Sud). Un secondo governo di segno esattamente opposto, con la sinistra del Pd e ricacciando all’opposizione Salvini (ma con lo stesso Presidente del Consiglio Conte passato dalla direzione di un governo con la destra, alla direzione di un governo con la sinistra). E infine il M5s non s’è fatto pregare per far parte di un governo molto ampio con all’opposizione la sola destra di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
Intanto tutti gli osservatori e mille segnali davano i 5s in caduta libera. Vuoi perché una parte larga del proprio elettorato delusa si rifugiava nell’astensione. Vuoi perché l’altra parte valutava disastrosa la politica seguita dai pentastellati.
E’ complicato, al momento, stabilire come andrà a finire il M5s. La complessità della politica (una complessità che la caratterizza e nega in modo radicale teoremi tipo Uno vale Uno) è capace di trovare infinite soluzioni. Il M5s avrà altri pezzettini di vita come l’Uomo qualunque, il Partito Monarchico, Lotta Continua, Scelta Civica, Rifondazioni e via elencando? E’ possibile. Quel che è certo, invece, è il Movimento è già dentro il processo della sua scomparsa.
Per il segretario Pd Enrico Letta, guardando alle elezioni del ’23, questa scomparsa è un problema? Forse. Ma forse no. Nell’elettorato 5s c’è una parte di voti che viene dalla sinistra e che alla sinistra potrebbe in parte voler tornare. Voti forse più numerosi tra quelli originari del boom 5s che non è scontato gradiscano avere ancora rapporti coi 5s. Del resto, i 5s che hanno abbandonato quel partito perché dovrebbero accettare di farsi trascinare dal Pd nuovamente nella casa, ormai terremotata, da cui sono fuggiti?
*già pubblicato sul Dubbio