DALL’INVIATO AI MONDIALI. Nigeria Bosnia. Caro direttore, un disastro: il Piper è rimasto a secco

DALL’INVIATO AI MONDIALI. Nigeria Bosnia. Caro direttore, un disastro: il Piper è rimasto a secco

BosNig      DALL’INVIATO - Avevamo stabilito di andare a vedere Nigeria Bonia, in programma a Cuiaba, nel Mato Grosso, al centro di una foresta larga un paio di volte la Svizzera, ma purtroppo Jerry non ha controllato il serbatoio e siamo rimasti senza benzina a quattrocento chilometri dalla cittadina più vicina.

Fortunatamente il vecchio Piper ha retto l’ennesimo atterraggio di fortuna, così dopo averlo coperto con un telo che il vecchio Drake si porta sempre di riserva, ci siamo addentrati nella giungla più fitta del mondo per cercare un distributore aperto. Abbiamo camminato tutto il pomeriggio, ma niente.

Solo animali a volontà. Seicento specie di Uccelli, cinquanta di mammiferi e ottanta di rettili, e un miliardo di insetti. Le vespe nidificavano nei risvolti dei pantaloni. Ragni e zanzare e mosche grosse come palline da ping – pong e nuvole grigie di moscerini dense come melassa . Piante carnivore e alberi dal fusto grande quanto la torre di Pisa. Liane, coguari dagli occhi di brace, cinghiali variopinti, scoiattoli aggressivi. E, nei fiumi, i milioni di fiumi e fiumiciattoli e torrenti e corsi d’acqua d’ogni tipo e natura, pesci e animali a volontà. Jerry voleva tirare un candelotto di dinamite dentro uno specchio d’acqua dove si vedeva un branco di piranha rosicchiare lo scheletro di un vitello, entrato vivo in acqua e spolpato in pochi secondi.

Con la dinamite vengono direttamente abbrustoliti, mi ha confessato il mio caro pilota. Andiamo avanti, o perdiamo la partita. Ho dovuto insistere. Dopo altre ore in quell’inferno verde, abbiamo incontrato dei civili. Erano tatuati, seminudi e con degli originali piercing di legno infilati nel naso. Si capiva che erano felici. Ci hanno accompagnato fino al distributore di benzina. Nel centro della Giungla del Mato Grosso. Solo che era chiuso per ferie. Solo servizio automatico. E accettava soltanto Real in pezzi da dieci o da venti. Li abbiamo chiesti agli indigeni, che hanno applicato la tariffa turistica. Cento Real ci sono costati circa duemila dollari. Buono Scambio, ha detto mugugnando il vecchio capo degli Indios Bororo. Sono fantastici, e ho promesso che gli invierò un disco dei Ramones, che adorano.

Purtroppo l’avventura ci ha portato via molto tempo. Non riusciremo a vedere la partita dall’inizio. Anzi, forse non riusciremo proprio a vedere la partita. Ma non importa. Dopo la bruciante sconfitta dell’Italia, stare qualche giorno senza calcio può aiutare. Nigeria e Bosnia, divertitevi. Noi piazziamo le nostre amache accanto al vecchio Piper, le copriamo con le zanzariere, e ci gustiamo il Mato Grosso, e la sua musica notturna. Voglio sognare Tardelli che esulta. Buonanotte.

Florentino

P.S. Caro direttore, potrebbe mandarmi una mail per farmi sapere com’è finita?