dI LETIZIA CUZZOLA - La rassegna Calabria d’autore è giunta al quarto appuntamento, e questa volta parla al cuore grazie a Fabio Cuzzola: un fiume in piena, difficile da arginare, che con il suo entusiasmo travolge e avvolge il pubblico trasmettendo un messaggio di speranza, di amore per la nostra terra, per la verità.
La letteratura come processo culturale eversivo; la scrittura come indagine del vivere; il piacere per il bello come essenza per la civile convivenza e per il traguardo ultimo della pace e dell’amore, di cui si fa portavoce, indicandolo come guida suprema verso ogni cambiamento.
La serata vola, tra musica e citazioni: largo spazio alla storia, ai ricordi dell’adolescenza in periferia fra lo scoutismo, momento formativo determinante, e la musica, compagna onnipresente nella vita dell’autore che, con impegno e costanza, ha narrato storie dimenticate e taciute della Reggio degli anni Settanta soprattutto. Nomi a cui dare dei volti. Fatti che si trasformano in parole perché non siano accaduti invano.
Lou Palanca, pseudonimo scelto da Cuzzola per il suo ultimo libro “Blocco 52”, Rubbettino editore, ha più volte citato, nel corso della serata, Gioacchino Criaco con cui Calabria d’autore aveva iniziato questo suo cammino. Criaco torna, quindi, protagonista attraverso Fabio che individua in lui non solo uno degli autori contemporanei più rivoluzionari, ma vede nella trasposizione cinematografica di “Anime Nere” il nuovo “C’era una volta in America” di Sergio Leone. Il cinema è l’altra passione del Prof e immaginiamo che durante il suo percorso di ricerca dietro le porte sbarrate della memoria cittadina, possa aver potuto esclamare più volte la celeberrima frase del monologo finale di Blade Runner di Ridley Scott: “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi”. Ma nonostante questo resiste e racconta, non perde mai il suo entusiasmo che è quello, molto probabilmente, che solo i cuori puri sanno trovare.
E chi ha un cuore puro è anche libero. Libero prima di tutto da sé. Fabio Cuzzola ha dimostrato che la libertà che racconta e inneggia può esistere solo laddove ci si riesca a porre con umiltà, curiosità verso l’Altro. Da un divano e non da una cattedra la lezione è arrivata ugualmente: c’è ancora speranza che la Calabria possa salvarsi, in primis da se stessa. E sono stati applausi spontanei.
L’autore ha illuminato la serata con una capacità dialettica senza fronzoli, affrontando i vari argomenti in un modo gentile ma sempre ricco di idee. E da “Cinque anarchici del Sud” agli ultimi scritti collettivi si è illuminato un personaggio di prima grandezza nel panorama intellettuale reggino.
La letteratura come atto rivoluzionario, la letteratura come arma di riscatto. Il successo riscontrato da Calabria d’autore e la partecipazione, non solo del pubblico, ma degli autori stessi, dimostra palesemente la necessità di ritrovare spazi culturali senza pretenziosità.
È evidente, a questo punto, come Calabria d’autore si stia rivelando uno scrigno a cui attingere per scoprire i volti puliti di una regione, quelli che la faccia ce la mettono davvero per cambiare l’immagine di un territorio troppo spesso bistrattato. Fabio Cuzzola è sicuramente uno di questi.