Lunedì a Reggio, la Agnello Horny presenta Via XX Settembre

Lunedì a Reggio, la Agnello Horny presenta Via XX Settembre

agnellohorby

di IDA NUCERA

Simonetta Agnello Horny, lunedì 17 febbraio presso il Circolo di Società presenta il suo ultimo libro “via XX Settembre”.

L’autrice, nata a Palermo, vive a Londra dal 1972, dove è avvocato dei minori. I suoi libri che hanno la Sicilia come sfondo, ne raccontano le luci, le ombre e le tradizioni. Quest’ultimo romanzo, che è un’appassionata storia familiare ha la caratteristica di essere legato al vissuto autobiografico.

“Via XX Settembre” è una narrazione che nasce la dove la memoria vacilla, come testimone che passa di mano, quasi promessa di una figlia che si fa custode di una storia familiare che non resta chiusa dentro un cassetto impolverato dal tempo.

Il libro di Simonetta Agnello Hornby è questo è molto altro. La scrittrice ha raccolto come in un affresco le tante istantanee della sua vita a Palermo, evitando che andasse perduto un mondo, giunto ormai al capolinea, denso di piccoli grandi riti quotidiani. A Palermo la protagonista giunge alla fine degli anni ‘50 con la famiglia e trascorre il periodo della prima giovinezza, che la vede testimone di importanti trasformazioni, sia all’interno del nucleo familiare, sia esterne relative alla realtà sociale e politica siciliana.

L’arrivo dalla lontana Agrigento, è descritto con gli occhi della bambina, nata nel capoluogo siciliano e dunque felice di esservi ritornata e di sentirla a tutti gli effetti la sua città. La realtà è vivace ed intessuta dalle tante relazioni familiari. Un mondo che non esiste più, in cui la donna, nella dimensione familiare era artefice di relazioni e decisioni, pur rimanendo ai margini della società e del mondo lavorativo. Il privilegio di appartenere ad una classe sociale privilegiata, quale la nobiltà latifondista, sta per essere dissolto dalla riforma agraria che cambierà molto profondamente la società meridionale.

La fitta trama di rapporti familiari sono oggi impensabili e così pure il trascorrere lento del tempo è un elemento inconcepibile ai nostri giorni. Posta in evidenza l’immagine della donna, in particolare, la madre e la zia della protagonista, che non sembrano patire alcuna condizione subalterna o soffocante, signore della propria casa e di relazioni scandite da una prevedibilità e ripetitività che mai è noia, ma inventiva e creatività. Allo sguardo del lettore tornano a vivere le riunioni di ricamo e cucito del pomeriggio, le passeggiate lungo quella Palermo bellissima, con i suoi negozi lussuosi, dalle vetrine ammiccanti, il tripudio di pasticcerie. L’anima creativa di questo matriarcato è l’arte culinaria, il suo regno d’elezione è la cucina. La tradizione della pasticceria siciliana risuona con suoi riti, ogni dolce è legato alla sua stagione, come in una liturgia dolcissima, in cui la ricotta e la pasta di mandorla la fanno da regine.

La mano della Horbny è leggera e avanza gradualmente, con eleganza, anche quando usa espressioni del dialetto palermitano, spesso colorite ed efficaci, sembra quasi esitare dall’entrare nelle trame più private e segrete della vicenda familiare, dove però si intuiscono, dalle prime battute, alcune ombre, come l’assenza della figura paterna. Pudore o compostezza stilistica, gelosia siciliana per la sfera privata? Un’alchimia segreta e magica, dosata con misura e saggezza, come per le delizie dolci apprese dalla madre. Quando il lettore non se lo aspetta più, ecco che gradualmente si racconta, con coraggio e equilibrio. Ad un’attenta lettura non sfugge l’attimo in cui già tutto è deciso, l’indizio è in un’immagine iniziale.

L’autrice descrive lo sguardo e il sorriso della madre anziana che le fa visita a Londra, mentre dipinge di fronte a lei sul tavolo e già non ricorda più. Questo svanire delle memoria è lo strappo doloroso che permette una decisione importante nella scrittura dell’A. H. , che dal genere romanzesco, come La Mendulara, era passata a quello gastronomico, esprimendo le tante corde presenti nella vita di una donna, fino a questo ultimo lavoro autobiografico, in cui le diverse anime trovano sintesi ed espressione per la gioia di una lettura che ha il gusto della pasta di mandorla.