di MARIA FRANCO - Più di uno mi ha chiesto: “E, allora che ne dici dei Bronzi al Museo?”.
Certe emozioni possono essere meglio espresse in un triangolo ideale fatto di silenzio, luce dello sguardo e un rigo appena, che sia un tweet o un verso. Ma proverò ugualmente a mettere qualche rigo dietro l’altro.
Il mio sentimento è molto vicino a due esperienze molto comuni.
La prima è quella del ritorno a casa, finalmente, del familiare amato che ha passato un lungo periodo in ospedale e che, ad un certo punto, già disperavi potesse mai rivarcare la soglia della sua stanza. Una sorta di letizia che ti formicola per ogni dove e vorresti ringraziare tutti, dal primario alla caposala, e ti viene da sorridere anche al vicino antipatico e a rispondere cortesemente all’ennesima telefonata di chi ti vuol vendere chissà chi. Insomma: gioia pura. Ma gioia che sa di convalescenza. Perché, finché tutte le sale non saranno di nuovo piene, finché il museo non tornerà tutto vivo, ti sembrerà di stare sempre sul chi va là.
La seconda è quella dei corredi inutilizzati. Quante case calabresi hanno armadi e cassettoni zeppi di (ingiallite) lenzuola e tovaglie dai meravigliosi ricami che furono approntati per il matrimonio della nonna della nonna e poi sono passati di figlia in figlia e mai messi in uso perché “sono troppo belli… e se poi si sciupano… e chi li stira…”. Insomma: abbiamo avuto un regalo. Prezioso. Non lo possiamo fare ammuffire.
Che cosa dovessero rappresentare, dovunque dovessero andare (e ben vengano studi e approfondimenti), il fatto è che sono arrivati a noi. “Egli verrà dal mare e sarà bello come un dio”, diceva Euripide nella Medea. “Essi sono venuti dal mare e sono belli come dei”, potrebbe scrivere oggi dei Bronzi nella loro nuova sala, sui loro basamenti così semplici così tecnologici.
Ma è un regalo che, insieme a tutto il passato contenuto nel Museo, insieme a tutte le ricchezze archeologiche del nostro territorio, dobbiamo – finalmente – saper fruttare. Per l’oggi e per il domani.
Altrimenti, i Guerrieri – che sembrano lì pronti a difendere Reggio contro ogni nemico – scenderanno dai loro piedistalli e rivolgeranno tutta la loro forza contro di noi.