di PINO COLOSIMO
- Ho circa tremila testi di cui 600 sono calabresi. Ho iniziato a raccoglierli nel 1975 (oggi ho 57 anni). Il primo libro è il Muro dei gelsomini di Giovanni Papini, me lo regalo un amico di mio padre. Il secondo libro fu Senza famiglia di Ettore Malot, una vecchia edizione di inizi 900 della casa editrice Sonzogno; me la regalò mio nonno Peppe. Nonno Peppe era il mio nonno paterno e fu la persona
che mi insegnò a leggere (lui abitava su una collina di Torino che si affacciava sul Po).
Lo chiamavano il “poeta contadino” perché aveva con sé un quadernetto sul quale appuntava le ore di lavoro o scriveva poesie che aveva composto mentalmente quando zappava. Il terzo libro, che mi regalò ancora nonno, fu Il lupo nella steppa di Hesse, un libro Medusa, quelli verdi della Mondadori del 1946. Nonno Peppe mi raccontava sempre della sua Calabria che aveva lasciato da giovane, e ricordo con quanta nostalgia mi raccontasse la sua vita in Calabria. Lui era originario di Soveria Mannelli - dove oggi esiste la Rubbettino.
Ma la svolta avvenne durante un corteo studentesco negli anni 70. Allora si facevano gli espropri proletari, si entrava in un negozio e si portava via ciò che era a portata di mano. Io entrai in una libreria di via Po e da un trespolo espositivo rubai Gente in Aspromonte. Non sapevo neppure di che cosa si trattasse. Lo lessi e mi piacque perché avevo nuovamente incontrati i personaggi di nonno Peppe.
Da quel momento conobbi Corrado Alvaro e fu incontro fatale. ACQUISTAI la serie Bompiani Delfini (Vent’anni, L’età breve, Quasi una vita). Nonno poi, mi recitava a memoria le poesie di Michele Pane e Rubbettino pubblicò anche il libro che ovviamente ACQUISTAI. Nel 1977, l’anno della maturità da geometra, portai agli esami con successo una tesina su Corrado Alvaro. Mi ero proposto che se avessi superato bene l’esame sarei andato a trovare il suo fratello prete che viveva a Caraffa del Bianco: nacque un’amicizia favolosa, incredibile. Lui mi guidò nella mia ricerca. Per trent’anni inseguii le Poesie Grigioverdi del 1917 e Don Massimo mi esortava a non demordere perché prima o poi l’avrei trovato. Successe tre mesi dopo la sua morte. Quel libro mi arrivò da un venditore di Como, mi disse che faceva parte di una biblioteca che aveva acquistato da una famiglia di Milano. Quel libro lo aveva donato Alvaro al vecchio proprietario che usava organizzare i salotti letterari in casa sua. Poi conobbi Saverio Strati e lo andai a trovare a Scandicci, conobbi Mario La Cava quando andava a trovare Don Massimo, etc etc.
Le Quattro scoperte che mi hanno reso più felice sono Poesie grigioverdi, i Sette messaggeri di Buzzati con dedica autografa, il Novellino curato da Corrado Alvaro con sopra le sue innumerevoli annotazioni a matita (splendide ed emozionanti), e L'ultimo cireneo di Repaci con questa bella dedica: “Si scrive che abbia scritto un libro senza cuore, ebbene sì! me lo sono mangiato scrivendolo. Leonida Repaci”. E poi ci vorrebbe una vita per raccontarti quarant'anni di libri.
Mi ricordo che Mughini, che conobbi a Torino in una libreria, quando gli parlai della mia passione libraria, mi fissò negli occhi e mi disse “lei non sa a che cosa sta andando incontro! alla sua rovina”. Difatti di soldi ne spendo, è l’unico mio “vizio” ma sono felice. Acquisto tutte le edizioni che si sono succedute di uno stesso titolo e solo per gli autori calabresi. Di L’uomo è forte, ad esempio, ho 16 edizioni diverse. Ora da anni colleziono anche riviste degli anni 30 e 40 come Sipario, Scenario, Pegaso, La Lettura, L'Approdo, Cinema, Teatro dove pubblicarono autori come Repaci, Alvaro, Seminara, Francesco Perri, Gambino, Arnaldo Fraccaroli, (un grande). Ho scoperto autori minori calabresi come Pellicano e Troccoli che hanno pubblicato presso piccole case editrice torinesi.
E’ emozionante vedere raccolte insieme le opere che hanno contribuito alla grandezza della nostra letteratura. Gilberto Floriani e e Vito Teti quando vennero a Torino rimasero impressionanti quando videro per la prima volte alcuni libri in prima edizione di Alvaro e di Perri. Gilberto quando li faceva scorrere tra le sue mani esclamava “mamma, mamma mia”.
Teti e Floriani stanno pensando come creare un evento con l'esposizione dei miei libri calabresi. All'Associazione Culturale Perri ho anche donato un libretto La missione del redentore edizioni mani di fata scritto da Francesco Perri (quasi introvabile). Il libro che non riesco a trovare è la vera prima edizione di Gente in Aspromonte edita da Le Monnier del 1930 - ho trovato la rivista pegaso che lo pubblicò il racconto Gente in Aspromonte prima che venisse pubblicato da Le Monnier come libro. E' la punizione divina perché l'edizione del 1974 la rubai.