Galliani chiarisce che la Luna "sorgerà pochi minuti prima delle 21, ora locale italiana, verso sud est, già in fase di attraversamento del cono di ombra creato dalla Terra, che si verrà a trovare esattamente tra il Sole e il nostro satellite naturale". L'Inaf evidenzia ancora che "la fase di totalità si verificherà tra le 21 e 30 e le 23 e 13, mentre il massimo dell'eclissi, ovvero il maggiore oscuramento della Luna, è previsto alle 22 e 22. La Luna, dopo l'uscita dalla totalità, attraverserà il cono di penombra per emergerne definitivamente e segnare così la fine dell'eclissi all'1 e 30 della mattina del 28 luglio". L'eclissi totale di Luna sarà visibile in Italia e nel resto d'Europa.
L'Inaf, inoltre, ha lanciato un focus su mediainaf.it sulla possibilità che possano essere condotte ricerche scientifiche particolari durante le eclissi. "Sicuramente oggi si possono studiare molto meglio le occultazioni lunari" afferma Michele Maris, ricercatore dell'Istituto Nazionale di Astrofisica all'Osservatorio Astronomico di Trieste, coinvolto nelle missioni spaziali Planck e Euclid dell'Agenzia spaziale europea, nello sviluppo dello strumento Lspe/Strip, appassionato astrofilo, divulgatore scientifico, membro della Associazione di Animazione Scientifica ScienceIndustries e avventuroso speleologo.
"Negli ultimi anni -sottolinea Maris- stiamo assistendo a un revival dell'uso delle occultazioni lunari, che si verificano quando una stella, un asteroide, una galassia, viene coperta dal disco lunare. Per seguire una occultazione occorre osservare l'oggetto che viene occultato dall'istante in cui la Luna comincia a coprirlo fino a quando il bordo lunare lo occulta completamente. Ma ovviamente la luce riflessa dalla Luna rappresenta un forte disturbo, che sparisce quasi completamente durante le eclissi di Luna".
Maris chiarisce anche che "nel caso di stelle o asteroidi, siccome la Luna può occultare completamente questi oggetti nel giro di un decimo di secondo, servono camere molto veloci, in grado di fare centinaia di riprese al secondo, ragion per cui questo genere di studi aveva perso interesse negli ultimi decenni visto che le camere elettroniche usate in astronomia avevano Ccd che non erano abbastanza rapidi. La situazione però è cambiata, dato che i nuovi rivelatori permettono di arrivare a centinaia di immagini al secondo". "Lo studio delle occultazioni -continua il ricercatore dell'Inaf- permette di fare misure di diametri e posizioni di stelle con risoluzioni angolari dell'ordine del millesimo di secondo d'arco, che in ottico equivale a fare la misura usando un telescopio di 150 metri di diametro, o un interferometro costruito da telescopi posti a una distanza equivalente. Solo che, con le occultazioni, non c'è bisogno di un telescopio così grande". "Lo svantaggio evidente -rimarca Maris- è che non è possibile scegliere gli oggetti da studiare e bisogna accontentarsi di quello che passa sotto il disco lunare". (fonte adnk)