Tabaccaia uccisa. Accusato ludopatico che perdeva. Codacons contro le lobby del gioco

Tabaccaia uccisa. Accusato ludopatico che perdeva. Codacons contro le lobby del gioco

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Gli investigatori, in meno di 24 ore, ritengono di aver chiaritol’intera dinamica e le motivazioni dell’omicidio di Mariella Rota, la tabaccaia uccisa a reggio nel primo pomeriggio di ieri 30 luglio.

Ed è stato, per gli investigatori, un omicidio volontario e premeditato.

L'uomo fermato, Billi Jay Sicat, di 43 anni, di origini filippine, in Italia regolarmente da 5 anni, secondo quanto riferito dagli inquirenti, soffriva di ludopatia e accusava la donna di truffarlo per giustificare la mancanza di vincite. L'uomo ha praticamente decapitato la donna con una mannaia colpendola poi altre volte.

La ricostruzione dell'omicidio è stata fatta in una conferenza stampa dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni Bombardieri, dall'aggiunto Gerardo Dominijanni, dal questore Maurizio Vallone e dal capo della Squadra mobile Francesco Rattà.

    L'uomo, secondo quanto accertato, è entrato nella tabaccheria poco prima delle 13 dalla porta principale posta sulla strada, ha chiuso la serranda dietro di se ed ha estratto una mannaia.

 La donna ha provato a difendersi, ma il primo colpo le ha praticamente staccato le dita di una mano, poi il colpo mortale al collo al quale hanno fatto seguito altri colpi.

Sicat si è quindi cambiato la maglietta sporca di sangue indossandone una pulita e poi ha tolto l'hard disk da un computer pensando fosse collegato alla videosorveglianza.

Quindi è uscito dalla porta sul retro che da nell'androne nel quale si pensava fosse avvenuto il delitto. Nel pomeriggio alcuni familiari della donna, vedendo il negozio chiuso hanno chiamato la polizia che ha scoperto il cadavere.

    La videosorveglianza, però, non era collegata all'hard disk prelevato dall'uomo e gli investigatori hanno visto le riprese dell'omicidio. Grazie alla videosorveglianza esterna, poi, gli investigatori sono giunti fino a casa di Sicat, che abita a circa un chilometro di distanza insieme alla moglie. Decisivo per l'identificazione anche un grosso tatuaggio sull'avambraccio destro dell'uomo. Quando è stato prelevato dalla polizia, è stato detto dagli investigatori, l'uomo si stava preparando a partire.

    Sicat era senza lavoro e secondo quanto riferito spendeva al Lotto tutti i soldi guadagnati dalla moglie.

Sul caso interviene il Codacons per denunciare l’ennesima tragedia scatenata dalla ludopatia. "Sono oramai innumerevoli - sostiene il presidente dell'associazione Carlo Rienzi - i crimini commessi in Italia da soggetti spinti dalla dipendenza dal gioco, che uccidono o rubano per procurarsi denaro da dedicare all'azzardo o per vendetta. Esprimiamo solidarietà e vicinanza ai parenti della vittima, ma riteniamo che la procura debba indagare anche sul ruolo degli enti locali, per verificare quali misure siano state messe in atto dalle istituzioni per limitare la piaga della ludopatia sul territorio e tutelare la salute dei giocatori e l'incolumità dei cittadini". Rienzi conclude: "Alla luce di quanto avvenuto a Reggio la posizione dell'Agcom in favore della lobby dei giochi e contro il divieto di pubblicità al gioco, appare sempre più deplorevole".