Meno mobilità grazie allo smart working, circa un’ora e mezza in media a persona, per un totale di 46 milioni di km evitati, pari a un risparmio di 4 milioni di euro di mancato acquisto di carburante. Con molteplici benefici in termini di tempo personale “liberato” e di traffico urbano evitato con un taglio di emissioni e inquinanti stimato in 8mila tonnellate di CO2, 1,75 t di PM10 e 17,9 t di ossidi di azoto.
È quanto emerge da “Il tempo dello Smart Working. La Pa tra conciliazione, valorizzazione del lavoro e dell’ambiente”, la prima indagine nazionale su telelavoro e lavoro agile nella Pa, realizzata da Enea (2015- 2018).
All’indagine hanno aderito 29 amministrazioni pubbliche che, già prima dell’emergenza Coronavirus, avevano attivato e reso accessibile queste nuove forme di lavoro a distanza. I dati analizzati hanno coinvolto oltre 5.500 persone ed è stato anche realizzato un sondaggio, su base volontaria, al quale ha risposto il 60% del totale coinvolto, costituito per il 76% da donne e il 24% da uomini.
In particolare, lo studio - spiega Enea in una nota - “evidenzia che esistono i presupposti per modifiche di comportamento stabili, su larga scala, in grado di incidere su livelli di congestione e di inquinamento e che è possibile impostare con successo policy urbane integrate, aprendo a una maggiore flessibilità nella scelta di luoghi e tempi di lavoro”.
«Lo studio presenta una stima del potenziale di mitigazione di consumi ed emissioni inquinanti conseguibili attraverso il lavoro a distanza e l’innovazione organizzativa, e li pone in relazione con gli effetti generati: dallo sviluppo urbano all’efficientamento della Pubblica Amministrazione, al welfare fino alle tematiche di genere», spiegano Marina Penna e Bruna Felici, due delle ricercatrici Enea che hanno curato l’indagine.
«La metodologia di analisi adottata ha posto in relazione i profili degli intervistati con le abitudini di mobilità, le motivazioni alla base di queste, le testimonianze di come il lavoro a distanza ha modificato il modo di lavorare, le relazioni con i responsabili e con i colleghi, quelle con i familiari, la percezione della propria vita personale e, infine, il grado di soddisfazione/insoddisfazione che ha accompagnato questo cambiamento. Parallelamente ha analizzato l’esperienza maturata in ciascuna amministrazione, le motivazioni alla base del ricorso al lavoro a distanza, i risultati, le criticità e i punti di forza».
Sotto il profilo ambientale, dallo studio emerge che lo smart working ha ridotto la mobilità quotidiana del campione esaminato di circa un’ora e mezza in media a persona, per un totale di 46 milioni di km evitati, pari a un risparmio di 4 milioni di euro di mancato acquisto di carburante, modificando anche la loro qualità di vita e di lavoro. Da qui il duplice beneficio di tempo personale “liberato” e di traffico urbano evitato. (fonte adnk)