Ordinanza finta di Tosi vieta matrimoni coi calabresi. E lui: una provocazione per difendere la Calabria

Ordinanza finta di Tosi vieta matrimoni coi calabresi. E lui: una provocazione per difendere la Calabria

tosi e abramo      NOSTRO SERVIZIO - Una finta ordinanza straordinaria del sindaco di Verona Flavio Tosi per tutelare i veronesi vieta rapporti con persone o società calabresi, di qualsiasi tipo.

Il falso documento è stato diffuso da 'Ricostruiamo il Paese', la fondazione dello stesso Tosi. Fonti vicine al sindaco hanno avvertito che si tratta di una provocazione per rispondere al servizio di 'Report' su Raitre del 7 aprile scorso al seguito del quale "risulterebbe – secondo la finta ordinanza - che nella città di Verona vi sia il serio pericolo di corpose infiltrazioni della criminalità organizzata e in modo particolare della 'ndrangheta, che sarebbe fortemente radicata nel tessuto cittadino a tutti i livelli".

Nel documento si ricordano le centinaia di famiglie di emigranti, provenienti da tutto il Sud e anche dalla Calabria, "perfettamente integrati e considerati finora dallo scrivente persone oneste e laboriose"; ma ritenuto che, "a seguito dell'informatissima e approfondita inchiesta televisiva", anche "quelle famiglie possono celare soggetti criminosi o affiliati alla 'ndragheta", il sindaco ordina una serie di 'divieti'.

Tra i divieti "qualsiasi frequentazione con persone provenienti dalla Regione Calabria, compresi ministri della Repubblica e rappresentanti del Parlamento, senza preventiva consultazione del relativo certificato del Casellario Giudiziale".

Divieto anche di viaggi o spostamenti per motivi di lavoro o turismo in Calabria "senza preventiva autorizzazione del ministero degli Esteri o della Prefettura". Un divieto questo che colpirebbe lo stesso sindaco di Verona, dato che Tosi ama il mare calabrese ed è venuto ripetutamente nella nostra regione in vacanza.

E ancora, divieto per gli uffici comunali e gli amministratori locali di intrattenere rapporti di lavoro con persone di origine calabrese, "anche tramite lettera, telefono, e-mail, al fine di evitare possibili sospetti di 'collusione', 'appaltopoli', 'direttopoli', 'assunzioni sospette'.

Inevitabile il divieto di celebrare matrimoni nel territorio comunale veronese "nei quali anche uno solo dei due sposi sia nato o residente o domiciliato in Calabria" o per le società sportive, compresa Hellas Verona che ha il cartellino di un giocatore di origini calabresi, di far giocare atleti e sportivi provenienti dalla Calabria "per evitare potenziali 'combine' che possono favorire organizzazioni affiliate alla ndrangheta".

La finta ordinanza ordina a tutti i capifamiglia di origine calabrese di far pervenire agli appositi uffici, al fine del mantenimento della residenza, "il certificato del Casellario Giudiziale relativo a ciascun componente del nucleo familiare, nonché' una lettera di referenza da parte di autorità del centro-nord oppure della trasmissione Report".

Tosi ha spiegato così l’iniziativa: "In quella trasmissione (Report, ndr) sono state costruite bufale e dette bugie. Quindi una iniziativa come questa ordinanza ci sta". "Fra le tante esagerazioni - ha continuato Tosi - ricordo Ranucci che dice che la 'ndrangheta è radicata a Verona, al punto che il capitano dell'Hellas è calabrese'. Oppure giornalisti ed esponenti del Pd che hanno accreditato la tesi che ci sarebbe stato in giro un killer della 'ndrangheta pronto a uccidere i rivali politici di Tosi”. "Quindi - ha concluso - siccome è stata creata un'equazione offensiva verso Verona, ma anche verso la Calabria e i calabresi, descrivendo legata alla 'ndrangheta qualsiasi cosa di quella regione, rispetto al fango ci sta un'ordinanza in stile Report".

Secondo Tosi la falsa ordinanza "è stata fatta anche perché' più di un esponente della comunità calabrese residente a Verona è venuto a farci presente che si sono sentiti 'schifati' e offesi di come Report ha trattato loro e la loro regione". Tosi è certo che l’iniziativa non sara' male interpretata al di fuori di Verona.