L’INTERVENTO. Mazzarri? Più ingrato che bugiardo. PLACANICA

L’INTERVENTO. Mazzarri? Più ingrato che bugiardo. PLACANICA

 mrr     PASQUALINO PLACANICA - L’attuale allenatore dell’Inter Walter Mazzarri, a seguito delle contestazioni dei tifosi della sua attuale squadra ha dichiarato in evidente atteggiamento di sfida che nella sua carriera avrebbe vissuto momenti ben più gravi portando come esempio un episodio accaduto a Reggio all’inizio della sua esperienza locale. “(a Reggio Calabria)....dopo aver perso un derby c’era la polizia che mi accompagnava a casa, i tifosi mi tiravano i bastoni, ero sottoposto ad una pressione enorme”.

Scandalo e indignazione in città. Mazzarri è bugiardo? No! Mazzarri dice la verità. Fermiamoci un attimo, mettiamo il freno a mano e ripensiamo al periodo in cui è stato allenatore della Reggina. È vero, c’è stato un momento in cui ha addirittura avuto bisogno della scorta. All’inizio, dopo una partita con il Messina, nel 2004. I tifosi più duri lo contestarono al punto da dovere blindare il Sant’Agata facendo gli allenamenti a porte chiuse e lui fu scortato dalla Polizia per un certo periodo di tempo. Che sulla nave traghetto, al ritorno dalla sconfitta con il Messina gli abbiano tirato addosso una scopa (non un bastone) lo dice lui, ma non ho difficoltà a credere che possa essere vero. Tutto questo Mazzarri lo ha scritto nel suo libro, non lo dice per la prima volta nell’intervista che ha fatto indignare tutti. Quindi ha detto una cosa vera, anche se ha un po’ esagerato nella descrizione.

Mazzarri è un ingrato? Sì Mazzarri è un ingrato, perché nel periodo successivo, durato anni, enormemente più lungo rispetto alla settimana di tensione che dovette subire, fu trattato come un re. Perché fu osannato e venerato, perché addirittura nel 2007 gli fu conferita la Cittadinanza onoraria in riconoscimento a quello che fece per la squadra cittadina. Perché avrebbe potuto, da reggino onorario e da persona onesta intellettualmente, evitare di citare la città nel raccontare quell’episodio, visto che la città aveva già provveduto non solo a scusarsi, ma anche a ripagarlo ampiamente accogliendolo tra i suoi figli.

Detto questo, credo che sull’ennesimo argomento della fuffa si sia detto anche abbastanza. Non ritornerò certo sul caso. Solo vorrei rimarcare con l’occasione l’importanza del fatto che siano i reggini a raccontare Reggio, e soprattutto i calabresi a raccontare la Calabria. Cominciando dalla parte brutta, per essere credibili e non sembrare di parte quando se ne racconta la parte bella che è immensamente più vasta rispetto alla prima.