LA PAROLA e LA STORIA. Fùtteri, Fùttiri

LA PAROLA e LA STORIA. Fùtteri, Fùttiri
lear Fùtteri o fùttiri, è verbo molto coniugato nel linguaggio comune e altrettanto censurato nei dizionari; Rohlfs addirittura aggiunge soltanto la traduzione italiana e una magrissima fraseologia: mi ndi futtu, me ne infischio, e u futtu eu, lo accomodo io.  

Miracoli delle civiltà monoteiste, verrebbe da dire, che tanto hanno diffamato la cosa; la Bibbia (Deuteronomio 5,  18) inserisce, tra il ‘non uccidere’ e il ‘non rubare’ e prima del divieto di ‘desiderare la donna del tuo prossimo’, una inibizione dell’attività sessuale tradotta ambiguamente in italiano ora con ‘Non commettere atti impuri’, ora con ‘Non commettere adulterio’ (‘Bibbia’ con testo a cura della CEI, Ed. Marietti), ora con un verbo dal suono oscuro che deve aver tolto il sonno a più di un  chierichetto: ‘Non fornicare’ (La Sacra Bibbia dell’Anno Santo 1983, Fabbri editori).

Anche senza essere linguisti o biblisti si nota l’ipoteca sessuofobica del Decalogo, due norme su dieci, e l’incongruenza dei traduttori: 1) ad esempio, escludendo l’adulterio (adulterium inlusio alieni coniugii, inganno al vincolo coniugale altrui, per Isidoro di Siviglia, Etimologie V, XXVI, 13) che ne è dei rapporti tra celibi e nubili o tra coppie di vedovi e non sposati? Tutti depenalizzati? 2) e sul fornicare: Fornicatrix est cuius corpus publicum et vulgare est. Haec sub arcuatis prostrabantur. Quae loca fornices dicuntur, unde et fornicariae (Isidoro, ibidem, X, 111, La fornicatrice è colei il cui corpo è a disposizione di tutti. Queste si adagiavano sotto gli archi che vengono chiamati fornici, da cui anche il nome di ‘fornicarie’); anche qui, i rapporti tra persone che non si prostituiscono sono compresi o no nel divieto?

La parola, come tutte le persone normali bene intendono, si riferisce all’attività ricreativa fondamentale degli esseri naturali, umani in primis.

Si dice che faccia bene alla salute, anche in età avanzata, e che cede la sua egemonia solo al ‘cumandari’! Molti, forse perché increduli sulla bellezza del potere, hanno sviluppato istinti anarchici sin dall’adolescenza e li mantengono anche quando sono avanti negli anni!

Sicché i turpiloqui (fùttiti,  fatti fùtteri!,  fatti strafari strafùttiri!), con tutta evidenza imputabili all’ingiustificato alone negativo di cui la parola è stata contornata dai bacchettoni religiosi, potrebbero  invece essere di buon augurio.

La versatilità metaforica della parola si ricava anche da questo dialogo surreale ambientato davanti al Tribunale di Reggio Calabria la mattina di qualche anno fa e dopo un’ ampia retata che aveva portato in carcere molti presunti ndranghetisti.

I parenti attendono a crocchio su Piazza Castello che si faccia l’ora delle convalide.

‘Cu su i futtuti stamatina?’-  chiede l’ultimo arrivato cui avevano arrestato un fratello.

‘Tutti futtuti simu, cumpari!’ – risponde uno cui avevano arrestato il figlio.  

‘No, cumpari! - aggiunge il primo – Già lu fattu chi simu ccà e no in carciri vor diri chi, si simu futtuti, simu futtuti indirettamenti!’

‘E chi volìvivu – ribatte io secondo – mi ndi ttaccanu a tutti!’

‘Cumpari, ch’i tempi chi currunu non si sapi mai comu va a finiri! Pe comora jamu e ndi picchiamu nu café, chi chiddhi chi su futtuti direttamenti non s’u ponnu pigghiari! Si ndi taccanu puru a nui s’u pigghia cu resta fora e nui ndi strafuttìmu assiemi a chiddhi chi restaru futtuti stamatina!’.

Infine l’etimologia: fùtteri ha prodotto futtùta come il latino futùere  aveva  prodotto fututio, coito.

E prima del latino?

Per Semerano, che considera ‘futuo’ un verbo riferito esclusivamente ad un soggetto maschile e lo traduce con ‘Ho rapporti con una donna”, ‘fu giustamente ritenuto della stessa base di ‘battuo’, batto, …  corrisponde ad accadico patahu, sfondo, foro, agg. Pattu (<<geoffnet’>>)’.

Ma c’è altra e ulteriore possibilità offerta da un verbo greco e dai suoi composti: da  fitùo (originariamente futùo, con successivo subentro della iota alla ‘u’ per dissimilazione, non soffrendo il greco la ‘u’ in due sillabe di seguito) che significa ‘generare’, ‘partorire’, nonché da fitus-uos, padre, fituma-atos, rampollo, pollone, discendente,  fitu-poimèn-enos, giardiniere, nonché da em-futeuo, ingenerare, innestare, introdurre,  e em-futos, innesto,  ed em-fuès innestato, em-fusesis, gonfiore, em-fio, germino, cresco dentro, futeia, innesto.

Insomma dal lessico del greco classico  potrebbe venire una piana soluzione etimologica di tutto rispetto per il nostro fùtteri: c’è un introdurre del maschile nel femminile, un innesto, un gonfiore conseguente, il crescere dentro e poi il generare; una pianta madre, dunque, con uno spacco, una ‘marza’ che vi viene inserita e la successiva germinazione della vita.

Niente di spregevole, niente da vietare, niente di cui vergognarsi o per cui essere espulsi dai paradisi terrestri; nessuna divinità contraria.

E il Dio di Abramo e Mosè che, in quanto creatore del tutto, non può aver creato il peccato; proprio come nei versi popolari di area grecanica che attribuiscono a San Leo (P. Crupi, San Leo santo operaio, Reggio Calabria, 2013, il Santo Boscaiolo che ricavava il pane dalla pece) la dichiarazione di integrale liceità del fùtteri e che ne fanno un convinto e partecipante apostolo:

Si lu fùtteri era piccatu

Lu Signuri non l’era criatu.

Rispundiu santu Leu

Allura futtu pur’eu!

Cu futti e cu non futti

Lu Signuri perduna a tutti.