IL RETROSCENA. Scopelliti Santelli Galati: il puzzle del Cdx in Calabria

IL RETROSCENA. Scopelliti Santelli Galati: il puzzle del Cdx in Calabria

SSG di ALDO VARANO - “O è arteriosclerotico e non ricorda o è bugiardo e mente: nihil est tertium”. L’on. Pino Galati così del Governatore non lo direbbe mai. Ma il senso della sua controffensiva dopo l’affondo di Scopelliti è inequivoco. Che aveva detto il presidente della Regione? Con perfidia intrisa nell’arsenico, brillante come gli riesce quando sfodera il kit della cattiveria, aveva rivelato-sostenuto che Galati quando “sembrava il candidato in pectore per ricoprire l'incarico di coordinatore regionale di Fi” (prima propedeutica coltellata), lo aveva “assicurato che non sarebbe stato messo in discussione l’assetto della Giunta (regionale, ndr)”.

 

Traducendo dal linguaggio dei segni della politica si ottiene: Galati quando si era illuso di poter diventare potente e di poter trattare con me (quasi) da pari a pari stava calmo, inseguendo chissachecosa. Ora che è stato mappinato da B cerca di creare problemi alla mia amica Santelli e cambia le carte in tavola. Ridotto allo scambio Galati-Scopelliti lo scontro dentro il Cdx potrebbe non meritare un racconto più ampio.

Ma dietro il peggio che appare s’indovina una partita più complessa che fa meglio capire che aria butta nel cdx calabrese. Incrociando dati nazionali e locali si scopre che il clima dentro il Cdx, rispetto ai giorni di passione in cui davanti casa B si agitavano i cartelli sul traditore Alfano, è radicalmente cambiato. Scopelliti, avendo indovinato la mossa iniziale, col cambio di clima ha già iniziato a incamerare (vedi nomina Santelli).

B sa di essere stato sconfitto in modo (quasi) irreversibile avendo perduto circa 13 milioni di voti. Ma è un combattente e spera di ricostruire un clamoroso rovesciamento. Pensa che elezioni immediate, con una legge asso pigliatutto, che anche Grillo e Renzi potrebbero volere immaginando di vincere loro invece di B, potrebbe realizzare il miracolo. La condizione è creare uno schieramento che alle elezioni strappi un voto in più degli altri due blocchi. Il Cavaliere sa che non può e non deve rinunciare, costi quel che costi, ad un solo voto. Chi legge Il Giornale e Libero si accorge subito che è in atto un corteggiamento spietato e privo di pudore verso Alfano e tutti i suoi. B non è il tipo che si taglierebbe qualcosa per far dispetto a una delle sue mogli; figuriamoci se lo farebbe per far dispetto a Scopelliti e ingraziarsi Galati.

Foti e Galati sono caduti per gli stessi motivi per cui è stata scelta la Santelli. Aggressiva e determinata coi nemici. Astuta, comprensiva e sarà perfino materna con tutti gli altri. Ha vinto facile perché gli altri volevano indebolire ciò che B non può consentirsi venga indebolito: Scopelliti e il suo sistema di potere che produce voti.

La Coordinatrice ricorda che la Stasi non è stata eletta dal popolo? Le risponderanno: neanche Mancini. E forse a lei non dispiacerà. Per non dire del «senza Fi non si va da nessuna parte» perché «o si coinvolge di più questo partito o la prossima partita delle regionali sarà persa perché la rivoluzione annunciata da Peppe non c’è stata» che sembra una frase più studiata per chiedere comprensione che non una minaccia al potere del Governatore.

E qui si arriva al punto. Con quale sanzione o ritorsione politica, anche se la Santelli e a Roma volessero, potrebbe essere colpito Scopelliti se deciderà, come sta facendo, che non c’è trippa per nessuno tranne qualche eventuale restatina che, se gli converrà, potrebbe concedere? Chi conosce le leggi sa che non ne esiste nessuna. Nessuno, questa volta neanche B, potrebbe provocare le dimissioni della maggioranza dei consiglieri regionali della Calabria che, per oltre la metà, sanno che non rimetteranno mai piede a Palazzo Campanella. L’unico modo per colpire Scopelliti è di fatto inesistente. Nessuno dei 180 consigli regionali della storia d’Italia dal 1970 ad oggi è andato a casa perché la maggioranza dei suoi componenti si è dimessa per rimandare a casa un Governatore o una Giunta. Mai. Ve li immaginate più di 25 Consiglieri, quale che sia il loro partito, che si dimettono rinunciando a oltre un anno e mezzo di stipendi e prebende? Perfino la non ricandidatura polemica del Governatore uscente, da quando vige l’attuale sistema elettorale, è difficilmente praticabile perché l’uscente ha una dote elettorale che, anche quando è minuscola, può fare la differenza tra vincere tutto o perdere tutto.

La partita a tre che si gioca nel cdx tra Fi, Ncd e la Santelli è di vitale importanza per tutto il Cdx. Nessuno può spingere fino a sbattere contro il muro. Neanche Scopelliti che però, chiacchiere e pubblicità a parte, continua ad essere alla guida della macchina.

Paradossalmente, al netto di sorprese che l’analisi politica non considera, saranno le elezioni comunali di Reggio a decidere il futuro di leader regionale e nazionale di Scopelliti. Non gli azzeramenti, i riequilibri, le battute e le chiacchiere di queste ore. Se vincerà a Reggio bene, in modo risicato, o verrà battuto, Scopelliti avrà un futuro o un altro.