Il Tar De Magistris e De Luca. Scopelliti fu ingenuo, coerente o malconsigliato? EVOLA

Il Tar De Magistris e De Luca. Scopelliti fu ingenuo, coerente o malconsigliato? EVOLA

dmsdl     di PIERANTONIO EVOLA – (rep) Da quando il Tar – in tempi che definire record appare riduttivo visto il “bradipo Giustizia” – ha accolto il ricorso del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, sospeso dalla Legge Severino dopo una condanna in primo grado e rimesso al proprio posto proprio dal Tribunale Amministrativo, un dubbio mi assale. Un dilemma mi accompagna.

Ma Giuseppe Scopelliti è stato un ingenuo o un Politico (e la P maiuscola non è un errore di battitura) con grande dignità.

No perché, cari lettori, De Luca è il secondo amministratore condannato in primo grado ad essere prima sospeso in virtù della Legge Severino e subito riabilitato dal Tar. Stessa sorte è toccata, qualche mese fa, al magistrato Luigi De Magistris sindaco di Napoli.

Scopelliti, invece, dopo la condanna di primo grado relativa al “caso Fallara” si dimise da presidente della Regione Calabria, ancora prima di essere sospeso.

Un gesto che “rifarebbe” ha più volte detto l’ex sindaco di Reggio, per “rispetto verso i calabresi” e verso la pronuncia di un Organo dello Stato.

Dunque la sua decisione, chiaramente di carattere personale e politica, viaggia su un percorso completamente differente e probabilmente più “alto” rispetto alle scelte adottate da De Magistris e De Luca.

Accantoniamo in questa sede commenti e giudizi su una legge, la Severino, che appare debole e, probabilmente, incostituzionale. Una legge “emergenziale” che sembra orientare la sua azione verso l’obiettivo “politico” non tenendo conto, altresì, delle differenze macroscopiche tra indirizzo politico e atti gestionali. Giustificando (sempre e comunque) l’apparato burocratico che pure, per potere ed indennità, spesso “asfalta” la funzione politica.

Ciò che è invece importante, è capire se Scopelliti abbia compiuto un gesto dignitoso o ingenuo.

È evidente inoltre il rischio di creare, a fronte delle conseguenze della Legge Severino, due categorie di politici: quelli di serie A e quelli di serie B, una specie più furba o meglio consigliata dai propri “mentori” e legali, ed una specie, ormai in via d’estinzione che nonostante venga bistrattata, offesa, denigrata, cerca di camminare su percorsi di rispetto delle regole e delle persone.

Rischiando, come nel caso di Scopelliti, di perdere anche gran parte del peso elettorale che in questi anni hanno certificato la forza e la valenza politica di un leader “pesante” anche e soprattutto in chiave romana.

Basandoci sui fatti e non sull’aria fritta resta un dato incontrovertibile: Giuseppe Scopelliti scelto nel 2010 da più di 600 mila calabresi quale Presidente della propria Regione, resta l’unico politico degli ultimi anni ad aver accettato la sentenza di primo grado del Tribunale, ad aver rispettato tale pronuncia e soprattutto ad essersi dimesso dalla propria carica.

E la parola “dimissioni”, che ormai risulta essere scomparsa dal dizionario politico, assume qui contorni assai più qualitativi.

Certo nessun segmento calabrese e nazionale – dalla stampa alla politica, dal mondo associativo a quello imprenditoriale – hanno voluto sottolineare la differenza di condotta tra Scopelliti e gli altri dinanzi alla pronuncia del Tribunale penali, ma ciò, purtroppo, rientra nel classico gioco delle parti.

Restano però i fatti a dover far riflettere noi tutti e, spinti da onestà intellettuale, a far trarre le conclusioni del caso.

Senza bandiere politiche, perché quelle non ci appartengono.