Palazzo Campanella. Saranno assorbiti nel bacino regionale i lavoratori ex Multiservizi. Gli Ospedali Riuniti cambiano nome

Palazzo Campanella. Saranno assorbiti nel bacino regionale i lavoratori ex Multiservizi. Gli Ospedali Riuniti cambiano nome
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E’ tornata a riunirsi a palazzo Campanella la Commissione “Sanità”, presieduta da Michele Mirabello, che  ha approvato due diversi provvedimenti di legge.

Il primo segna la parola fine sugli “Ospedali Riuniti” di Reggio Calabria che, su proposta illustrata dal consigliere Domenico Battaglia, e sottoscritta dai consiglieri Giuseppe Neri, Giovanni Nucera e Sebi Romeo, modifica la denominazione in "Grande Ospedale Metropolitano" Bianchi Melacrino Morelli dell’Area sud del territorio della Calabria, in concomitanza con l'entrata in vigore della nuova riforma istituzionale. Il progetto di legge è composto da tre articoli: il primo, definisce la nuova denominazione dell'Azienda ospedaliera; il secondo, dispone la clausola di invarianza finanziaria derivante dall'applicazione della presente legge e il terzo stabilisce l'entrata in vigore della legge stessa il giorno successivo a quello di pubblicazione di tali norme sul Bollettino ufficiale regionale.

Ben più rilevante è il progetto di legge di iniziativa del capogruppo del Pd Sebi Romeo “per l’utilizzo dei lavori socialmente utili e di pubblica utilità nel bacino regionale calabrese”. 

Il progetto di legge prende spunto dalla situazione in cui sono venute a trovarsi poco più di 120 unità lavorative che per ragioni indipendenti dalle loro volontà, a suo tempo, erano transitate in società partecipate sciolte in seguito per infiltrazioni mafiose. Il progetto di legge oggi approvato in Commissione interviene reintegrando nel bacino Lsu-Lpu quei lavoratori, senza aggravio di spesa per le finanze regionali.  L’articolo 1 della legge indica i beneficiari e le loro modalità di utilizzo; l’articolo 2, la clausola di invarianza finanziaria e l’articolo 3, le norme di attuazione. 

In buona sostanza si tratta della gran parte dei lavoratori della ex Multiservizi di Reggio Calabria che tanto materiale ha fornito agli organi giudiziari e di stampa al momento dello scioglimento del Comune, a seguito di un’inchiesta della Procura poi azzerata in Corte d’Appello.