La gestione unica degli aeroporti calabresi è ormai qualcosa di più che una semplice possibilità. La Sacal, società che attualmente governa l’aeroporto di Lamezia Terme, ha rotto gli indugi e deciso di tentare la scalata agli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria.
Lunedì 10 ottobre, giorno in cui scade il bando predisposto dall’Enac per l’affidamento dei servizi aeroportuali, la società presieduta da Massimo Colosimo, presenterà la propria candidatura, così come stabilito prima dal Consiglio di amministrazione e poi dall’assemblea degli azionisti.
Il business plan che prevede la creazione di una società unica per i tre aeroporti calabresi ha avuto il sostegno quasi unanime dei soci. Ad astenersi sono stati soltanto Banca Carime, per ragioni tecniche, e la società Aeroporti di Roma che detiene il 16,5% delle quote.
Ed è questa astensione quella che desta più di qualche preoccupazione. Il colosso Adr, che gestisce i principali aeroporti italiani, potrebbe essere interessato a partecipare in maniera autonoma al bando Enac.
In ogni caso l’operazione che si delinea dopo il fallimento delle società che hanno gestito gli aeroporti di Crotone e Reggio è assai ambiziosa e potrebbe segnare una svolta nel sistema del trasporto aereo in Calabria. La gestione centrale degli scali potrebbe esaltarne le peculiarità e metterle in rete, evitando concorrenzialità inutili che spesso si sono trasformate in guerre tra poveri.
Ed è un’idea che non dispiace per nulla alla politica. Il governatore Oliverio ha annunciato la possibilità di mettere 11 milioni di euro sul trasporto aereo in tempi rapidi e in Consiglio regionale dovrebbe presto arrivare una legge di riorganizzazione complessiva del sistema. Una legge che, ovviamente, avrebbe margini di manovra più elevati con una sola società alla guida degli aeroporti. Anche i sindacati si stanno convincendo della bontà dell’operazione anche per tutelare il più possibile i livelli occupazionali del Sant’Anna e del Tito Minniti, dove i dipendenti sono assai preoccupati. Dovesse realizzarsi una sinergia virtuosa tra pubblico e privato, insomma, la gestione unica degli scali potrebbe diventare la più grande operazione di integrazione nel sistema dei trasporti regionali.
Ovviamente, e come sempre avviene in Calabria, non mancano le sacche di resistenza. I grillini, anche a livello parlamentare con la Dieni, stanno puntando l’indice contro i bilanci Sacal che non sarebbero proprio in regola. Mentre a Crotone e a Reggio serpeggiano i dubbi in ordine ad un possibile e nuovo scippo. Proprio giovedì davanti alla Prefettura di Reggio Calabria si è svolta una mobilitazione organizzata da diverse associazioni cittadine per chiedere una proroga del bando Enac e una modifica per evitare che proprio la Sacal risulti favorita per l’aggiudicazione del bando.
Quello che è certo è che la politica dovrà assumersi le proprie responsabilità. Un’operazione come quella che tentando di portare avanti la Sacal ha la necessità di avere un sostegno e una regia pubblica e istituzionale anche per tutelare al meglio le esigenze di tutte le città calabresi e dei diversi bacini di utenza. Né sono possibili ulteriori tentativi a vuoto dopo le enormi responsabilità che si sono registrare nella gestione dissennata della Sogas, società ormai in liquidazione che ha fin qui gestito il Tito Minniti, e che ha sperperato ingenti quantità di denaro pubblico (l’attuale passivo ammonta a 9 milioni di euro), prima che la Procura della Repubblica presentasse al Tribunale di Reggio istanza di fallimento