“Deceduta per troppo amore” potrebbe recitare un referto o un epitaffio per la nostra regione. Se è vero che solo chi ti ama riesce a ferirti in profondità, non c’è nessuno, sul Pianeta, che non ami visceralmente la Calabria.
In questo senso, pensavo di aver visto un grande atto d’amore nello spot di Klaus Davi, ma allora mi sforzai di capirne la ruvidezza (l’euforia per l’uscita dalla clausura da covid-19, la necessità di promuovere il turismo, la candidatura del de cuius e la sua distanza da certe finezze mediterranee), mentre quello di Gabriele Muccino l'ho recepito con la violenza di un pugno allo stomaco! Roba da far preferire l’immagine che nel resto d’Italia e del mondo bolla tutti i calabresi come ’ndraghetisti tout court, senza distinguere fra vittime e carnefici. Il video dà l’impressione che tutta la microplastica della Terra si sia stata riversata sulla nostra regione in una manciata di minuti!
Si inizia con un uppercut alla lingua italiana. (O dici: “Dove vuoi che ti porti?” o piu‘ semplicemente: “Dove ti porto?”. Tertium non datur.) E, subito dopo, il gesto - intimo, ma ridicolo, in quanto esibito - della mano sul ginocchio: un’anacronistica strizzatina d’occhio al “maschio calabro” ed alle turiste più o meno fameliche, use a calare sulla Penisola ormai mezzo secolo fa?
Poi le distese di clementine “allineate e coperte” fan più piantagioni sudamericane che non paesaggio calabrese in cui, in pochi chilometri, trovi un compendio di montagne-colline-spiagge e le coltivazioni si ingegnano a sfruttare ogni centimetro di terreno disponibile.
E quelle scene surreali, i dialoghi insulsi, intercalati da risate che forse vorrebbero sottolineare la complicità nella coppia, ma fan sentire tutto ancora più finto!
Ah, far apparire lui a torso nudo con la bella alla finestra voleva essere un omaggio a “Mediterraneo” di Salvatores, per caso? Mi ha intenerito, invece, mamma Adelaide con figlia a seguito, la versione calabrese in miniatura di Penelope Cruz, ma sarà stata una cosa del tutto casuale.
Triste, invece, scoprire che brillano per assenza l’eredità della Magna Grecia, il prezioso patrimonio artistico, la Storia e la Cultura di questa terra, ridotta al binomio mare e mangiare, mangiare, mangiare!
Ma perché la somma spesa per lo spot non è stata investita in libri? Io li avrei distribuiti fra i calabresi in erba e poi avrei fotografato tantissimi di loro con montagnette di volumi accanto: sul Pollino, in Aspromonte, sulle Serre, in spiaggia, fra gli olivi, gli aranci, sul greto di una fiumara, magari con una didascalia tipo: "In vacanza vi piace leggere? Da noi potete farlo dappertutto!"
Sarebbe stata un’operazione tipo boomerang, in armonia coi questi nostri tempi cupi (“Prima i calabresi!”) nonché un messaggio inequivocabile alla gioventù di questa terra, ai genitori, agli educatori.
Ed invece siamo davanti all’ennesima - dispendiosa - occasione sprecata! Non si può neanche dire che il lavoro di Muccino sia servito come spot pubblicitario a Raoul Bova e compagna, perché‘ se li si dovesse valutare dalla performance in questo video…