Il Sud maledetto e la sua narrazione

Il Sud maledetto e la sua narrazione
sudmal Finalmente c’e’ un dato scientifico su come viene raccontato il Sud d’Italia: bisogna ringraziare l’editore Carocci che ha avuto il coraggio di pubblicare un bel libro su un’importante ricerca di Valentina Cremonesini e Stefano Cristante, i quali hanno realizzato un'opera meritoria. Dal 1980 in poi sono andati, infatti, a vedere come veniva "narrato" il Sud attraverso le notizie del Tgl Rai delle 20, il più seguito. A questa rilevazione hanno aggiunto quella relativa al modo in cui del Sud si è scritto e discusso, nello stesso periodo, sui due principali quotidiani italiani, II Corriere della Sera e la Repubblica.

La ricerca è stata pubblicata nel libro curato da Daniele Petrosino e Onofrio Romano, ‘’Buonanotte Mezzogiorno. Economia, immaginario e classi dirigenti nel Sud della crisi’’, con una spettacolare prefazione di Franco Cassano dal significativo titolo ‘’Dell’eclettismo meridiano’’, che tutti dovrebbero leggere in Calabria.Ne riportiamo solo una breve frase: ‘’…il Sud deve smettere di lamentarsi….e trovare in se’ stesso le risorse per incominciare a camminare’’.

Riandiamo alla ricerca: questi due sociologi hanno dimostrato quello che da anni sosteniamo, qui e altrove, in saggi e libri, in articoli e dibattiti, e cioe’ la narrazione dominante del Sud e’ stata propedeutica (ha ragione sul punto Isaia Sales, come ha scritto su Zoomsud) a giustificare le scelte negative fatte dalle classi dirigenti nazionali per questa parte d'Italia.

Nei servizi del TG1, su un totale di 1.844 esaminati tra il 1980 e 2010, solo il 9% è riconducibile al Sud (che pure rappresenta il 34% della popolazione italiana). Di Sud si parla nel principale telegiornale una volta ogni dieci servizi e quattro argomenti monopolizzano le notizie: cronaca, criminalità, welfare, meteo. All'interno della cronaca prevalgono i servizi di nera, all'interno del tema criminalità prevale nettamente quello delle mafie, invece è la malasanità è il tema più trattato a proposito del welfare, mentre il Tgl si è occupato molto del tempo che fa al Sud.

Quasi il 60 % dei servizi riguardano omicidi, rapine, truffe e mafie, e se a questi aggiungiamo gli scandali della sanità il tema dell'illegalità svetta sull' immagine che trasmette il principale telegiornale italiano: il Sud viene dunque raffigurato come un luogo lontano, difficile, degradato e irrecuperabile, la questione meridionale è assorbita dal malaffare e dalla questione criminale.

Il messaggio che viene veicolato è devastante: finché c'è illegalità e criminalità nel Sud, nessun aiuto è possibile; il crimine e il malaffare sono espressione della loro mentalità, un retaggio storico che non hanno saputo affrontare e in cui si sono crogiolati; la storia del Sud (compresa quella criminale) non si è prodotta dentro la storia nazionale, ma come un’espressione della parte cattiva della nazione.

Nelle altre parti d'Italia il Tg1 si occupa di spettacoli, di sport, di economia, di volontariato, di cronaca rosa, argomenti quasi inesistenti per i territori meridionali. Ma è ancora più significativo ciò che viene fuori dall'analisi degli articoli dedicati al Sud dai due principali quotidiani italiani. Un articolo su due ad argomento Mezzogiorno d'Italia è iscrivibile nella cornice di senso rappresentata dalla criminalità, quasi a significare che il Sud non lo si capisce, non lo si interpreta, non lo si rappresenta se non a partire dal crimine e dalle mafie. Infatti le due regioni che appaiono di più sui due quotidiani sono la Sicilia e la Campania (li’ ci sono redazioni locali), seguite a distanza dalla Calabria (ci sono solo corrispondenti). Le restanti parti del Mezzogiorno sono in pratica quasi inesistenti nella narrazione giornalistica, un Sud invisibile fuori dalle zone del crimine.

Questa narrazione – Aldo Varano dixit - ha creato un vero e proprio teorema mezzogiorno, che poggia sul convincimento che l’Italia possa fare a meno di risolvere il dualismo: quando cioe’ il grasso cola si può in qualche modo accontentare il Sud , quando non cola peggio per loro. Eppure non è difficile immaginare che se le cose continueranno ad andar così prima o poi arriverà il momento della vendetta. Il Mezzogiorno italiano negli ultimi dieci anni ha conosciuto una crisi più pesante di quella dell’intero paese. Le rielaborazioni dei dati Istat fotografano un Sud che dieci anni fa aveva sei milioni e mezzo di occupati e ora, in ripresa, è ancora inchiodato a sei milioni. Mentre i due milioni e mezzo di disoccupati di 10 anni fa sono esplosi fin tre milioni e mezzo. Il Sud avverte di non essere stato scelto da nessuno come protagonista per la ripresa e l’uscita dalla crisi.

A pochi giorni dal voto come peserà questa narrazione e come pesera’ tutto questo? Basta attendere.