LUCANO contrattacca: rispetto Costituzione e regole più di molti altri

LUCANO contrattacca: rispetto Costituzione e regole più di molti altri

lucano7

“Io rispetto Costituzione e regole più di molti altri”

"Anche i campi di concentramento quando c'era Hitler rispettavano le regole". È quanto dice Mimmo Lucano dopo l'interrogatorio di garanzia a Locri parlando coi giornalisti. "C'è mi accusa di non aver rispettato le regole ma forse la Costituzione italiana la rispetto più io di molti che si nascondono dietro 'le regole'. La prima regola della Costituzione italiana che nasce dalla Resistenza è il rispetto degli esseri umani. E non hanno colore della pelle o nazionalità". E ancora:"Quello che sta succedendo è una cosa assurda. Anche gli inquirenti durante l'interrogatorio hanno riconosciuto che quello che mi contestano è il reato di umanità. Però, mi hanno detto, ci sono le regole". (fonte ilvelino)

 Sul caso di Becky Moses.
"Ma ora io a queste persone che parlano di regole vorrei dire una cosa, vorrei chiedere se è giusto quello che è successo a Becky Moses". (La ventisettenne nigeriana morta nell'incendio della di Rosarno dopo che le avevano bocciato la richiesta d'asilo e non poteva quindi star più a  Riace. "Chi ha pagato per quello che le è successo?". "Quello che ho fatto è evitare che ci fossero tante Becky. Salvare una sola persona dalla strada vale fare il sindaco, dà significato a un'intera vita".

I matrimoni
"Parlano di matrimoni, ma in realtà – spiega Lucano – il matrimonio che è stato celebrato è uno solo ed è un vero". Quelle conversazioni in cui lo si sente parlare di un matrimonio poi mai celebrato fra una rifugiata e un 70enne del paese non del tutto capace di intendere e di volere – aggiunge poi – sono state estrapolate dal contesto e totalmente mal interpretate. "Era una cosa detta per scherzare. Non capisco perché hanno fatto certe caricature". (fonte il velino)

L’appalto della spazzatura.
Anche sulla contestazione di aver affidato in via diretta l'appalto a due cooperative sociali non titolate a gestirlo perché non iscritte all'albo regionale ha da dire. Primo, spiega, quando ne hanno fatto richiesta, non era possibile accedere perché l'albo non era ancora operativo. Secondo, una considerazione generale. "Ma come? – sbotta – In una zona assediata dalle ecomafie, inquinamento dei mari, c'è una mafia che controlla il ciclo dei rifiuti, io ho cercato di fare luce e devo pagare per questo? Mi sembra una cosa assurda". Quelle cooperative, "nate in seguito ad un avviso pubblico", poi sono servite per portare lavoro fra i disoccupati di un paese affamato di speranza e lavoro, sono servite a portare decoro in paese. "Abbiamo portato luce e pulizia a Riace. All'epoca – dice – c'erano ancora i cassonetti per la strada, mi vergognavo come sindaco". Grazie ai lavori affidati a quelle cooperative invece i rifiuti da problema sono diventati risorsa. È questa la vera chiave di un sistema che si è fatto conoscere come modello di buone pratiche nel mondo intero. E che Mimmo non dimentica di difendere. "Riace non ha mai preso più soldi di altri Sprar. A differenza di altri, con gli stessi soldi abbiamo fatto accoglienza e integrazione e abbiamo creato tante opportunità, anche per i locali".  

IO e i miei SOLDI.

"Anche i soldi che mi hanno dato come premio a Berna, dove ho ricevuto dei soldi in contanti, nel 2014, e a Dresda, nel 2017, non li ho tenuti per me. Nemmeno i soldi che erano miei, di cui potevo fare quello che volevo, non li ho tenuti e li ho messi a disposizione di tutti". "Anche quando hanno fatto la fiction su Riace, mi hanno chiesto quanti soldi avrebbero dovuto pagarmi. Io ho risposto che non voglio niente. Si sono meravigliati. Il mondo funziona con i soldi  per me non è così. Mi sono messo a disposizione di tutti, nel senso di disponibilità umana, non con altri significati". (fonte agi)

"Io non ho mai guadagnato, né preso soldi da alcuno. A chi voleva darmeli ho sempre detto di devolverli in beneficenza. A Riace sono stati usati soldi pubblici solo per progetti relativi ai migranti e per alleviare sofferenze, opportunità di lavoro e di integrazione o dare una vita migliore a perseguitati o richiedenti asilo". Lo ha detto il sindaco di Riace Domenico Lucano nell'interrogatorio di garanzia davanti al gip di Locri, Domenico Di Croce, protrattosi per circa quattro ore. (fonte ansa)

Aspettando le decisioni del Gip
In attesa della decisione del Gip sulla sua scarcerazione, il sindaco di Riace, Domenico Lucano, non ha restrizioni nel comunicare o nel ricevere persone. Lo ha riferito egli stesso ai giornalisti, dopo l'interrogatorio di garanzia davanti al Gip. "Mi ha detto: lei sindaco può ricevere, può telefonare, non le abbiamo fatto delle restrizioni, non la stiamo trattando come tutti perché' capiamo". (fonte agi)