Da Padova c’è arrivata una notizia terribile. Il nostro amico e collega Paolo Pollichieni non ce l'ha fatta. Era andato nella città veneta per una delicata operazione che avrebbe dovuto salvargli la vita. È difficile per noi, che pure abbiamo dato notizie per tutta la vita, dare anche questa. Ma le regole vanno rispettate.
In un momento così atroce scrivere di Paolo, che è una cosa che pure bisognerà fare con l'equilibrio e saggezza necessari per ricostruire il contributo da lui venuto alla Calabria la terra che ha amato con la radicalità e la determinazione di cui era capace. L'ha amata quanto la sua famiglia, quanto quelli a cui ha voluto bene, quanto il suo lavoro di giornalista a cui ha dedicato l'intera esistenza convinto che grazie ad esso avrebbe potuto migliorare la sua terra di cui è stato sempre fiero.
Con lui abbiamo condiviso idee, momenti di gioia, battaglie, iniziative editoriali e con lui abbiamo avuto, naturalmente, grandi baruffe che non hanno mai intaccato la lealtà dei nostri rapporti e l'affetto che ci portavamo.
Ci sarà tempo per scrivere di Paolo. Questo è invece il momento del dolore. Il momento di stare accanto alla moglie Giovanna, ai figli Pietro e Luciano, a tutti quelli che gli hanno voluto bene e alla squadra di giornalisti che l’ha seguito nella sua ultima avventura.
Ciao Paolo, che la terra ti sia lieve.
Marcello Furriolo, Aldo Varano, Filippo Veltri