Modificata dal Ministero della Salute la mappa delle aree balneabili della Calabria

Modificata dal Ministero della Salute la mappa delle aree balneabili della Calabria
Ridotte le aree adibite alla balneazione, aumentano i divieti permanenti nel Golfo di Sant’Eufemia
La stagione balneabile del 2025 è aperta ufficialmente dal primo maggio e ancora non si vedono sulle nostre spiagge i cartelli con i dati sulla qualità delle acque marine come previsto dalle norme vigenti.
Mancano più di due mesi per la chiusura, fissata al 31 ottobre, e per garantire la salute dei bagnanti permane l’esigenza di diffondere e far conoscere gli esiti delle analisi delle acque di balneazione. Gli obblighi normativi richiedono la tempestiva informazione al pubblico attraverso la prevista cartellonistica, con i dati dei Profili, da esporre in ben evidenza su ognuno dei 649 tratti di spiaggia destinati alla balneazione per l’attuale stagione.

È da sottolineare che il Profilo è una “carta d’identità” obbligatoria che descrive le caratteristiche dell’area di balneazione e i possibili rischi per la salute, ed è fondamentale non solo per la gestione delle acque marine, ma anche perché deve essere conosciuto dal pubblico a tutela della sicurezza dei bagnanti. Inoltre, oltre a non essere divulgati ed esposti in ben evidenza, come negli anni passati, i pochi dati disponibili, reperibili solo con laboriose ricerche on line, soprattutto sul portale del Ministero della Salute, mostrano imprecisioni e incongruenze. Imprecisioni e incongruenze ben documentate anche da questo giornale e che hanno indotto gli Enti responsabili, in più occasioni, ad intervenire per correggere.

Di recente, nuove modifiche sono state apportate sulla mappa del Portale acque di balneazione del Ministero della Salute, a seguito di quanto da noi evidenziato riguardo l’Ordinanza del 25 giugno scorso del Sindaco di Lamezia Terme avente per oggetto: “DIVIETO TEMPORANEO DI BALNEAZIONE" nel tratto costiero “LIDO MARINELLA – ID 16001”. Attualmente, sulla mappa del Ministero della Salute, l’area di balneazione “Lido Marinella” non risulta più riportata all’interno del territorio comunale di Gizzeria come nei decenni passati.

La modifica fatta sulla mappa interattiva del Ministero della Salute, dopo la pubblicazione della nostra nota di fine giugno, mostra lo spostamento nel comune di Lamezia Terme di una piccola parte dell’area di balneazione ancora denominata “Lido Marinella”. Nessuna rettifica appare invece sulla Mappa interattiva dell’Agenzia Europea dell’Ambiente che riporta l’area “Lido Marinella” con l’identificativo IT018079160001 ancora nel comune di Gizzeria. Le recenti modifiche apportate sul sito del Ministero della Salute, così come alcune dichiarazioni, apparse a seguito della nostra nota sulla citata Ordinanza sindacale di divieto temporaneo di balneazione, sembrano “toppe peggio del buco.”

Infatti, non si comprende perché sul Portale del Ministero della Salute il Profilo dell’area “Lido Marinella” con lo stesso identificativo mantiene la solita lunghezza di 1.116 metri, mentre sulla Mappa dello stesso Portale la sua lunghezza appare ridotta a circa un terzo. Così come non si comprendono le ancor più rilevanti discrepanze tra i limiti sulla mappa e i dati dei rispettivi profili delle altre aree limitrofe adibite alla balneazione.

Ma c’è di più, sempre sulla mappa del Ministero della Salute, in corrispondenza del confine tra i comuni di Lamezia Terme e Gizzeria, il retino verde che indica le aree adibite e idonee alla balneazione e che era presente fino alla fine di giugno scorso è stato tolto in corrispondenza della Foce del Torrente Spilinga.
Un dettaglio tutt’altro che marginale visto che in assenza di retino verde l’area risulta non più adibita alla
balneazione ed è sottoposta a divieto permanente.

A questa riduzione della lunghezza delle aree adibite alla balneazione, nel Golfo di Sant’Eufemia si aggiunge un altro tratto di circa mezzo chilometro, denominato “300 MT Nord Torrente S. Anna” localizzato nel Comune di Vibo Valentia come evidenziato nel Report Arpacal 2025. In pratica, sulle coste della Regione aumentano i divieti permanenti mentre si riduce la lunghezza delle aree adibite alla
balneazione e, quindi, diminuiscono i tratti di spiaggia da sottoporre ai regolari controlli e analisi delle acque.

Questi sono solo alcuni esempi delle carenze e imprecisioni ancora presenti sul Portale del Ministero della Salute, che dimostrano anche lo scarso interesse dell’insieme delle classi dirigenti locali ad impegnarsi concretamente per rimuovere le cause dell’inquinamento e della progressiva riduzione delle aree adibite alla balneazione.
Per superare le carenze informative da parte degli Enti preposti a garantire la salute dei bagnanti e favorire gli interventi necessari per rendere pulite le acque dei nostri mari c’è la necessità di mantenere accesi i riflettori sul prezioso patrimonio costiero; anche per evitare di alimentare estemporanee ed inutili proteste finalizzate più ad apparire e fare propaganda a scopo elettorale. Proteste di tifoserie particolarmente diffuse sui social dove si osserva il proliferare di tuttologi esperti anche delle cause dell’inquinamento e della colorazione verde delle acque marine nel golfo di Sant’Eufemia.
Cause ben note da decenni, ben documentate anche da video, e in parte pubblicate nei pochi Rapporti redatti dagli stessi Enti preposti al monitoraggio e controllo delle acque marine. È da ricordare, ad esempio, il Rapporto “SOS Pronto Intervento per il Mare” del 2013 di Regione, Arpacal e Direzione
Marittima di Reggio Calabria dove si sottolinea che: “il danno maggiore che si reca all’ambiente marino è costituito principalmente dall’immissione di scarichi abusivi o reflui derivanti da depuratori non funzionanti che giungono a mare o direttamente o tramite le foci dei fiumi.” E anche la Mappa dei Depuratori controllati da Arpa Calabria dello “Annuario dei dati ambientali in Calabria 2022” che riporta, in colore rosso, estensione e localizzazione degli impianti di depurazione risultati irregolari.

È inoltre da ribadire la necessità di promuovere e divulgare le preziose specificità del patrimonio costiero regionale. Specificità come gli assetti idro-geomorfologici con una grande varietà di spiagge naturali formate da frammenti di rocce di tutte le ere geologiche, ricche di minerali utili e che documentano la nascita ed evoluzione sia del paesaggio terrestre che degli insediamenti umani dell’intero Belpaese.  Rocce e scogliere uniche nella Penisola come quelle granitiche del Tirreno vibonese e dello Jonio catanzarese, generate dallo stesso magma che ha generato le più note coste granitiche di Sardegna-Corsica dalle quali sono state separate a seguito d’imponenti movimenti della crosta terrestre
iniziati circa dieci milioni di anni fa, con l’apertura del Mar Tirreno, e ancora in atto.

Alla specificità degli stessi assetti idro-geomorfologici è legata la presenza e lo sviluppo della più grande varietà di habitat e forme di vita in ambiente acquatico e terrestre. Meritano più attenzione e tutela la ricca biodiversità marina e, in particolare le tante specie rare, come ad esempio i cavallucci marini rilevati nella “Riserva Naturale Foce del Crati”, nei parchi marini regionali: "Baia di Soverato"; "Riviera dei Cedri"; Costa dei Gelsomini",, "Scogli di Isca"; e "Fondali di Capo Cozzo - S. Irene Vibo Marina - Pizzo - Capo Vaticano - Tropea"; e nella “Area Marina Protetta Capo Rizzuto”,la ZCS “Fondali di Stalettì” unitamente alla ZCS “Scogliera di Stalettì” ricche, tra l’altro, di preziose Ostriche imperiali.
*Geologo del Consiglio Nazionale Amici della Terra