Ricordando Nino Tripodi e Raffaele Valenzise e leggendo Cola Ierofani

Ricordando Nino Tripodi e Raffaele Valenzise e leggendo Cola Ierofani

colaierofani

di VINCENZO PACIFICI* –

(rep) Ho conosciuto Pino alcuni anni dopo il suo arrivo nella mia città, Tivoli, e il rapporto si è approfondito nel periodo in cui è stato – esperienza non felice – assessore in una giunta egemonizzata da un sindaco dai metodi stalinisti, poi bocciato in due ballottaggi, la seconda volta con una sua mandataria, oggi finito logicamente sotto le insegne del dittatorello da operetta fiorentino, ed in cui è stato professore di uno dei miei figli.

Abbiamo collaborato alla rivista culturale dello stesso istituto scolastico, sempre rispettandoci e sempre scherzano sugli insuccessi delle nostre parti politiche, fino al momento in cui abbiamo intravisto la morte dei partiti con l’incenerimento di AN nel minestrone berlusconiano e l’estinzione dei DS nel PD, un’alleanza letale con i democristiani, di cui frutto e prodotto il boy scout di Pontassieve.

   Nei nostri incontri successivi ci siamo confermati uomo di destra senza se e senza ma io ed uomo di sinistra con gli stessi principi Pino.

   Nelle elezioni amministrative del maggio – giugno scorsi ci siamo trovati, fianco a fianco, nel sostenere un prestigioso studioso, già segretario generale del MBCA. Abbiamo dovuto accantonare, solo di fronte a tanto nome, il radicato scetticismo verso le liste civiche, simbolo in una città, come Tivoli, di oltre 55 mila abitanti, di un anacronistico ritorno all’età medioevale e al velleitarismo dei municipalismi.

   Ho avuto occasione di leggere e di riflettere sul volume, mi consentirà Pino, forse eccessivamente ponderoso, e di apprezzarne il tono ed il senso. Infatti il tono è sempre intenso e sempre vivo, il senso sempre partecipato e soprattutto vero.

   E’ la verità, che domina in tante pagine, con una fede ed impegno anche non condivisibili, ma da attribuire dignità ad una lotta.

   Non so come e cosa siano diventati i movimenti di sinistra nella terra di Pino, a me basta considerare la sorte della Destra in Calabria, caduta dalle finezze culturali e politiche di Nino Tripodi, Jole Giugni Lattari e Raffaele Valensise a … Giuseppe Scopelliti, inquadrato sotto le insegne del Nuovo centro democristiano (calma, so perfettamente il vero nome , ma mi diverto ad etichettarlo con il nome che fotografa la vera identità).        

   Cola Ierofani. Amori e politica nel Secolo breve è la storia –spiega Tripodi - di un uomo <<frutto di invenzione letteraria>>. Mi sono interessato nelle pagine politiche e non in quelle erotiche, sulle quali non saprei esprimere considerazioni.

   E’ nella parte della militanza politica che si avverte forza e tensione, carica e fiducia, elementi che dalla parte opposta ora si sono immeschiniti ed immiseriti.

   Una delle battute più infelici di Benito Mussolini è <<solo i paracarri non cambiano mai posizione>>. Sono parole, che servono come giustificazione per il duce, e non riguardano né me né Pino, perché il nostro impegno si è nutrito di ideali e linee logiche ed adeguate ai tempi.

   Marcello Veneziani ha osservato giorni or sono che con <<il calo di vendite dei giornali, il calo di interesse per <<dibbbatito>>, la riduzione del pluralismo al matteismo ti accorgi che a venire meno […] è l’oggetto del contendere, la politica>>.

   E’ una piaga apertasi con il berlusconismo ed ora aggravatasi: i cittadini non possono continuare nel disimpegno dell’astensione ma spetta loro tornare alla partecipazione secondo i modelli di Cola Ierofani e degli antagonisti, che lo fronteggiavano. La politica non si può nutrire con i rassismi di un 39venne e di un altro dall’età doppia.

*Ordinario storia contemporanea, UniSapienza, Roma