di EMMA CHIERA - STORIE RRIGGITANE di Pasqualino Placanica, Edizioni Disoblio.
Un libro nuovo! Quasi come un tenere in braccio un neonato: simili le emozioni, le aspettative, le domande, qualche timore… Sapró accoglierlo, capirlo, apprezzarne il prorompente messaggio di novitá che parte dalle radici della Vita?
La mia prima lettura di primavera. Tutta d’un fiato! Mezzo pomeriggio per un’ottantina di pagine, una ventina di storie.
Il linguaggio è semplice, scorrevole. Ed i timori fugati.
Poi, peró, ricomincio a leggere. E non mi accade mai. Non subito, almeno. Ma il racconto di Agatos, il pastore dal cuore puro, quel suo dialogo con la terra - che è al contempo un dialogo interiore - mi ha catturata, avvolta di magia… E rivedo di colpo quel cielo, quel sole, quella terra e le radici - le mie radici! - nel cuore del Mediterraneo.
Riggiu. Un nome misterioso nella primissima infanzia, diventato a scuola Reggio Calabria, il lontanissimo capoluogo di provincia - ed allora di regione.
Schegge di ricordi… un viaggio… oltre 200 Km andata e ritorno… il Teatro Cilea… un premio per un tema in quinta elementare...
Ma meno di 10 anni dopo Reggio è ormai solo aeroporto: arrivare col cuore sbarazzino, ripartire con gli occhi ed il cuore gonfi di rabbia per essere costretta a coniugare l’odioso verbo “emigrare” ogni anno. Per anni, decenni…
Sinceramente, non mi aspettavo che STORIE RRIGGITANE - del cui titolo pare io sia stata involontaria madrina - diventasse il mio “breviario”; invece ho continuato a rileggerlo anche in estate, in riva allo Jonio. Cosí ho scoperto che Reggio è anche altro dai miei ricordi minimi, anzi che davvero Reggio è sempre!
Il libro è un sottile compendio della saggezza accumulatasi nei secoli sulle rive del Mediterraneo, la delicata ma caparbia testimonianza in prima persona di una certezza: esistono ancora la Coscienza, la Natura, l’Uomo.
L’Autore si connota come persona seria, in assoluta controtendenza coi nostri tempi tutti “fun” e superficialitá. Sa essere profondo senza moralismi; non condanna, cerca di capire, di intravedere una luce che dal passato ci illumini lungo il faticoso cammino, alla ricerca della nostra umanitá smarrita.
Pasqualino Placanica, persona semplice nell’accezione piú nobile del termine, confessa candidamente: “Non haiu i scoli”; eppure, molto meglio di tanti saggi freschi di (auto)nomina, ci trasmette messaggi eternamente validi che noi non possiamo ignorare.
Siamo umani, difendiamo il diritto di esserci, contro le nostre paure e contro ogni tentativo di cancellare le nostre radici.
Sappiamo accettare l’esistenza come un immenso dono, sospesi fra cielo e mare, eppure fortemente radicati nei boschi, sulle colline, nei campi, nella Vita a cui ci affidiamo, ebbri di sole, di acqua, di sale, senza nuvole, nebbie, allucinazioni, inutili sogni di potenza...
Peró siamo coscienti che solo la responsabilitá di ognuno puó diventare speranza, e quindi progetto di vita, in una dimensione che torni al piú presto ad essere umana.
Il mare continuerá a regalarci la saggezza depositata nei millenni con il sale portato dalle piogge, goccia a goccia, dalle montagne.
Il sole ci scalderá ancora: oltre la pelle apparentemente indurita, rggiungerá la nostra anima assopita, facendola rivivere degli antichi valori.
La terra ci ricorderá con Agatos chi siamo stati, chi siamo, chi possiamo e dobbiamo ancora essere.
Reggio sará ancora. Come allora. Come domani e dopo. Sempre!
E noi non saremo stati meteore di passaggio, erose ed evaporate appena giunte a contatto con l’atmosfera, ma umili granelli di saggezza, in cammino sulla crosta generosa della Madre Terra.