Nel giorno dedicato al patrono dei giornalisti, San Francesco di Sales, il responsabile dei vescovi calabresi, mons. Vincenzo Bertolone, ci consegna un mini decalogo in 7 punti, che al di là di ogni credo richiama tutti gli operatori dell’informazione a una sana riflessione. Soprattutto in momenti come quelli caotici che stiamo vivendo, a ridosso delle elezioni di domenica prossima.
Questi sono i sette punti di San Francesco elencati da Bertolone.
- Conosci a fondo la tua umanità e accettala con bontà
«Abbiate pazienza con tutti, ma soprattutto con voi stessi; voglio dire che non vi turbiate per i vostri difetti e che abbiate sempre il coraggio di liberarvene. Sono contento se ricominciate tutti i giorni; non c'è miglior mezzo per perfezionare la propria vita spirituale che ricominciare sempre e non pensare mai di aver fatto abbastanza».Un commerciante si presentò al maestro e cercò di sapere da lui qual era il segreto di una vita di successo. Il maestro gli rispose: «Fai felice una persona ogni giorno!». E poi, dopo una breve pausa, aggiunse: «... puoi essere anche tu questa persona».
E dopo un po' aggiunse ancora: «Questo vale soprattutto quando sei tu questa persona».Essere buoni con se stessi significa prima di tutto una cosa: accettarsi come si è. Io riesco a cambiare solo ciò che ho accettato. Prima di tutto devo quindi riconciliarmi con la mia storia di vita, con il mio carattere, con i miei punti di forza e con le mie debolezze. E anzitutto devo riconciliarmi con il mio corpo, così com'è.
- Tienila sotto controllo, perché sia unita e forte
«I nostri nemici possono presentarci tutti gli inviti e le esche che vogliono, possono piazzarsi sulla soglia della porta del nostro cuore cercando di entrare, possono farci tutte le promesse immaginabili; finché da parte nostra saremo decisi a rifiutare, non è possibile che offendiamo Dio». Un contadino vide passare un cavaliere che in una nuvola di polvere galoppava a tutta forza sulla strada. Pieno di curiosità gli chiese: «Dove vai?» Senza fermarsi il cavaliere gli rispose: «Chiedilo al cavallo!». La vita è tutto quello che abbiamo. Ed è tutta e solo nostra. Non possiamo essere burattini nelle mani di qualcun altro. Siamo il burattinaio di noi stessi. La vita d'ogni uomo è un bene a sé stante e irripetibile. E siccome è l'unica vita di cui disponiamo, ne consegue ch'è troppo preziosa per consentire che altri ce la sciupino a proprio vantaggio.
- Tratta ogni cosa con equilibrio e pazienza
«Nelle relazioni con gli altri ci vuole una tazzina di scienza, un barile di prudenza e un oceano di pazienza». Un uomo osservava con curiosità la nascita di una farfalla dal bozzolo. La bestiola si contorceva e faceva tentativi immani per liberarsi dall'involucro che la teneva prigioniera: le sue ali deboli e impalpabili si contraevano e distendevano con sforzi penosi. L'uomo si impietosì e con le sue grosse dita squarciò il bozzolo, afferrò le ali della farfalla e le distese. Quella farfalla non volò mai. Era proprio la fatica di uscire dal bozzolo che rendeva robuste ed efficienti le sue ali. L'uomo di buon cuore le aveva alleviato la pena e affrettato i tempi, ma così l'aveva condannata a strisciare. La pazienza non è la virtù dell'attesa passiva o dell'immobilità. Essa, invece, abita decisamente nello spirito e nel cuore di chi vuole costruire qualcosa che sia coerente e duri nel tempo. È la virtù dei genitori, degli educatori, di tutti coloro che hanno qualcuno da amare, qualcuno per cui investire la propria vita e con cui condividere un progetto e un ideale. La pazienza è la virtù del legame. Dissemina le sue tracce nei gesti quotidiani dell'ascolto, dell'accoglienza, della solidarietà, del dialogo, della tenerezza; ma anche nelle situazioni di incomprensione, di sconfitta o di sofferenza. Pazienza significa anche saper sempre ricominciare.
- Metti al centro il tuo cuore
«È necessario che le vostre parole escano dal cuore più che dalla bocca. Si ha un bel dire, ma il cuore parla al cuore e la lingua parla solo alle orecchie». Una suora missionaria stava accuratamente curando le piaghe ripugnanti di un lebbroso. Faceva il suo lavoro sorridendo e chiacchierando con il malato, come fosse la cosa più naturale del mondo. A un certo punto chiese al malato: «Tu credi in Dio?». Il pover'uomo la fissò a lungo e poi rispose: «Sì, adesso credo in Dio». Una vera e tenera umanità non ha bisogno di parole.
- Fai dell'amore e della compassione la legge del tuo rapporto con gli altri
«Sforzatevi di acquisire la dolcezza del cuore verso il prossimo considerandolo come opera di Dio, e che infine godrà, se piacerà alla Bontà divina, il Paradiso che è preparato anche per noi. E coloro che il Signore sopporta li dobbiamo sopportare teneramente, con grande compassione per le loro infermità spirituali». La compassione è un modo nuovo, non competitivo, di stare insieme agli altri e ci apre gli occhi a vicenda. Quando rinunciamo al nostro desiderio di essere importanti o diversi, quando ci lasciamo dietro le spalle il bisogno di avere nella vita una nicchia speciale, quando il nostro interesse principale è essere come gli altri e vivere questa uguaglianza nella solidarietà, allora siamo capaci di vederci l'un l'altro come un dono unico. Raccolti insieme nella comune vulnerabilità, scopriamo di avere tante cose da darci a vicenda. I doni individuali possono essere messi al servizio di tutti.
- Scopri la gioia della dimensione spirituale della vita
«Se possibile bisogna evitare di rendere noiosa la nostra scelta di Dio. Ve l'ho detto e ve lo scrivo ora: non voglio una vita cristiana capricciosa, confusionaria, malinconica, fastidiosa, pessimistica; ma una pietà dolce, serena, piacevole e calma. Vivete nella gioia di aver scelto questo tipo di vita».Per qualcuno alzarsi la mattina è un problema; per altri è un momento di gioia. La differenza sta nell'avere un buon motivo per accogliere la nuova giornata. È importante percepire la gioia delle piccole cose, la bellezza del qui e ora. Come una tazzina di caffè, il saluto di un vicino, l'arietta fresca del mattino, una preghiera sincera a Dio, fare le smorfie e sorridersi nello specchio del bagno. Ed essenziale: un vero atto d'amore nei confronti del lavoro che vi impegnerà nella giornata e per le persone che saranno con voi: sono i doni seminati dal Buon Dio sulla vostra strada.
- Rapporta sempre tutto a Dio
«Fa come i bambini che con una mano si aggrappano a quella del papà e con l'altra raccolgono le fragole e le more lungo le siepi; anche tu fai lo stesso: mentre con una mano raccogli e ti servi dei beni di questo mondo, con l'altra tieniti aggrappata al Padre del cielo, volgendoti ogni tanto verso di Lui, per vedere se le tue occupazioni e i tuoi affari sono di suo gradimento. Fa attenzione a non lasciare la sua mano e la sua protezione, pensando così di raccogliere e accumulare di più».