IL CINEMA e LA CALABRIA. Dal Terremoto del 1905 a Carmela, la sartina di Montesanto (1916)

IL CINEMA e LA CALABRIA. Dal Terremoto del 1905 a Carmela, la sartina di Montesanto (1916)
notariEro impiegato in una banca da due anni. Avevo compiuto i miei studi tecnici a Torino dopo essere vissuto in Calabria dove mio padre, ingegnere ferroviario, era stato temporaneamente trasferito…”

Sono parole di Roberto Omega, uno dei più grandi operatori di macchina da presa a manovella del cinema muto, cugino di Guido Gozzano di cui ammirava la “libertà creativa”. Vedendo i primi film di Lumiere capì che  “le varie attitudini e interessi della mia vita avrebbero trovato nel cinematografo il loro sbocco… Dopo il film sul paesaggio piemontese, nel 1905  girai Il terremoto di Reggio e Le inondazioni del Po che vendetti subito a 12 lire”, prodotti da Filoteo Albertini della Cines.

La prima volta della Calabria nel cinema inizia con un filmato sul terremoto  del 1905 e con altri sei documentari realizzati nel 1908   da altrettante case di produzione e proiettati, con triste successo, nelle sale cinematografiche europee ed americane. 

Lo stesso anno nasce a Roma Anna Magnani, figlia naturale del calabrese Del Duce e di Marina Magnani.

Nel 1910 la  “Pasquali e Tempo” di Torino arriva in Calabria per   rappresentare lo spirito di sacrificio  di una giovane donna  che si immola per amore del  fidanzato-soldato mentre lo aiuta  a combattere i briganti, per mano dei quali morirà, diventando una Eroina calabrese.

Nello stesso anno la “Milano film”  realizza  lo sbarco a Pizzo Calabro di Gioacchino Murat (dalla locanda al trono) titolo del film di Giuseppe De  Liguoro che ne è anche  l’interprete insieme ad oltre 400 tra attori e comparse. Il  lavoro del regista viene  apprezzato dalla critica, in  quanto “bisogna riconoscere che la linea drammatica dell’opera è molto curata, specie nell’episodio che riguarda la Calabria… lo sbarco di Murat  a Pizzo, l’inseguimento della plebaglia calabrese che lo fa prigioniero, e finisce ucciso ahimè, in quel misero modo!”

Nel 1912 la Cines  ritorna in Calabria per realizzare Fra i monti di CalabriaLa passione di Gesù a Laino, Castrovillari, Colonie Albanesi  e Le ultime ore di Murat, con Amleto Novelli, esportati anche in  Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti, dove il film viene lanciato come  “A thrilling military drama, picturing heroism and courage, even into death”.

In quegli stessi anni vengono ambientati in Calabria altri due drammi: il primo, La morte civile(1913), tratto dall’omonimo opera  di Paolo Giacometti per la  regia di Ubaldo Maria del Colle, introduce la tematica sociale del divorzio; il secondo,  I pagliacci (1915), interpretato da Annibale Ninchi  per la regia di Francesco Bertolini.

Nei primi anni del Novecento inizia l'avventurosa e affascinante storia cinematografica de La Dora Film (fabbrica di film per cinematografi e film parlanti), casa di produzione e distribuzione fondata da Elena Giuseppa Coda in Notari (Nicola), professione fotografo, specializzato nella colorazione delle "filmine" mute.

Elena Notari (1875/1946) è la prima donna regista del cinema italiano. Dotata di grandi capacità organizzative porterà al successo mondiale La Dora Film realizzabdocento cortometraggi e circa 60 film, con una impronta totalmente neorealistica.

Tra i tanti film realizzati dalla Notari anche come regista, due vengono ambientati in Calabria: Maria Rosa di Santa Flavia (1911), un “dramma calabrese originale” e, sull’onda del successo dei romanzi d’appendice, Carmela, la sartina di Montesanto (1916), un dramma d'«amore e morte», uno dei più grossi successi commerciali della casa cinematografica napoletana,  ambiento fra Napoli e la Calabria (a Gerace, come un altro film della Dora Film: La vita del brigante Musolino, di cui parleremo nel prossimo articolo).