REGGIO. Elezioni comunali. Caro direttore, me ne vado perché me ne torno - CONSUELO NAVA

REGGIO. Elezioni comunali. Caro direttore, me ne vado perché me ne torno - CONSUELO NAVA

cn1     di CONSUELO NAVA - (ReP) Caro Direttore, è noto che mi piacciano le tue analisi e che le trovo spesso così schiaccianti che non comprendo come non bastino a mettere in atto quelle misure per valorizzarne le traiettorie. E' lo stesso motivo che però mi porta a leggere i tuoi editoriali due volte ed anche tre, come ho fatto per il tuo sulle prossime comunali della città. Essendo peraltro protagonista di un rigo o forse più mi sento parte chiamata in causa, persona coinvolta nella riflessione.

Si, me ne vado dal PD, non sbattendo la porta, sia perché non è mio modo, sia perché ho sempre curato il dissenso assumendomi una responsabilità più alta, senza alimentare polemiche e senza utilizzarle. Quindi me ne vado, perché ho deciso di tornarmene insieme al mio modo di fare politica alla gente che può condividere un percorso civile di impegno collettivo, senza ingegnerie ed artiglierie, con quello spirito associativo e militante sulle cose da fare a cui sono abituata.

Personalmente, rincorrendo anche la tua analisi, mi ritrovo su alcune posizioni radicali su dette questioni che ti elenco in ordine di ragionamento.

Questione unità CSX.

Il PD, partito di governo e presente a Reggio città, con dirigenti e organismi, deve certamente svolgere il ruolo guida in una coalizione di csx ed assumersene la responsabilità. Ma mi chiedo ad oggi quali siano queste forze di Csx, PD compreso, capaci di raccogliere i frutti ed il lavoro sul campo tali da condividere e lanciare con determinazione una proposta unitaria e credibile.

Quali giovani, uomini, donne, dirigenti, segretari, popolo, hanno inciso nei mesi passati con le proprie strutture di partito e spazi organizzati e veri in maniera tale che oggi si paventi la frammentazione di una proposta e non di un'aspirazione o di un'assenza. L'unione di debolezze non fa sempre una forza ed il futuro si costruisce con l'esperienza della storia e non con la perpetuazione degli errori. La frammentazione del nulla è come la divisione dell'atomo e discuterne ancora per giustificare sconfitte, posizioni etc diviene un po' autistico e nemmeno nostalgico. Anzi per certi versi, rischioso e stucchevole nell'evidenza della situazione. Non tutti i cambiamenti sono avvenuti poi sulla somma più alta di percentuali a prescindere dai processi accaduti poi.

Questione Primarie.

Una città che sconta anni di amministrazione delegata e non vissuta secondo i principi della partecipazione della cittadinanza, che sconta un grave disagio sociale ed economico e quindi un commissariamento per ndrangheta, avrebbe dovuto costruire una sfida in questo tempo capace di ritrovarsi nella proposta forte e determinata di un progetto guidato, da un partito di governo, come il PD, attraverso l'indicazione di un programma, di una coalizione, di un sindaco di città. Tutto questo non è avvenuto, piuttosto si perpetuano processi che già in altre sfide hanno consentito agli sfidanti di condurre percorsi personali, tranne poi non condividere e lavorare per la sfida più grande finale. Per scegliere le primarie occorre essere educati allo sforzo collettivo per la sfida altrui. Le primarie sono uno strumento di democrazia, non la suppliscono, né la salvano, né la garantiscono. A tal proposito mi chiedo quale sia il programma condiviso, quali le motivazioni di chi assume la sfida e la garanzia dello sforzo e non per ultimo quale sia la data delle primarie e se vi saranno. Sebbene personalmente convengo, e da sempre, che per Reggio sono solo la dimostrazione di una debolezza che sia aggiunge al tentativo di unire la scomposizione dell'atomo.

Questione Progetto per la Città.

Il progetto per la città necessita di verità, coraggio e competenze. Di assoluto interesse per le ragioni collettive e non per altro. So anche però che la cittadinanza non è' abituata a ragionare in termini di proposte a medio e lungo termine e anche su questo occorrerà lavorare, mostrando che è il modo con cui la città si può salvare, affrontando anche le emergenze.

Il progetto per una città differente dovrebbe avere anche il coraggio di dirsi nuovo perché libero da anatemi politici e invocazioni salvifiche. Dovrebbe capire che l'unico modo e' non imbrogliare su capacità, sensibilità e presenza sulle questioni di oggi e di domani per una visione vera ed urgente di città. Ciò non si inventa, non è frutto della solita strategia di aggiustamento o cerimonia del già visto, del già conosciuto o addirittura dello scontato e del dovuto.

Qui l'unica cosa dovuta è la responsabilità che ci dobbiamo assumere per il debito che abbiamo l'uno con l'altro nei confronti della comunità.

Non si tratta di mostrare stagioni, inverno o primavere, si tratta di dare riparo a tutti, ai cittadini. Per questo mi sento di aver aperto la porta del mio modo di fare casa insieme a tanti altri.

Grazie per la tua sollecitazione,

Prof.ssa Consuelo Nava.