IL DELITTO DI LOCRI. Ha confessato lo zio dell'avvocato Filippone. I retroscena

IL DELITTO DI LOCRI. Ha confessato lo zio dell'avvocato Filippone. I retroscena
filip   Ha ammesso le proprie responsabilità Antonio Sgrò, il pensionato di 68 anni che nel primo pomeriggio, a Locri, ha ucciso il nipote, l’avvocato Francesco Filippone. L’uomo si è di fatto consegnato ai carabinieri, giunti sul posto insieme alla polizia. Alla vista dei militari, Sgrò li ha avvicinati chiedendo di parlare con loro. Intuendo quello che poteva essere successo, i carabinieri hanno accompagnato l’uomo nella caserma del Gruppo di Locri e sono andati a perquisire la sua abitazione, dove hanno trovato la pistola usata per il delitto e detenuta legalmente. All’origine del gesto vi sarebbero stati dissidi che andavano avanti da tempo legati a questioni di vicinato. Zio e nipote, infatti, vivevano sullo stesso pianerottolo – nel palazzo davanti al quale è stato commesso l’omicidio – ed avevano un ingresso esterno in comune da cui si accede poi a tre appartamenti. Oggi, al culmine dell’ennesima lite, Sgrò ha preso la pistola ed ha sparato almeno sei-sette colpi calibro 7.65 contro il nipote. Filippone era sposato.

E' questo il contesto in cui Sgrò ha atteso sotto casa Filippone esplodendogli diversi colpi alla testa e al cuore mentre il penalista usciva di casa.  Filippone è stato colpito alle 12.45 circa: sul posto erano subito intervenuti i sanitari del 118, che avevano tentato di salvargli la vita con una corsa in ospedale. Il 43enne è però morto poco dopo nel nosocomio di via Verga a Locri. 

«Una tragedia che sconvolge la città intera – ha commentato il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese -, una vicenda familiare, a quanto pare, che provoca dolore e sconforto».