Poteva accadere, ed è accaduto nei primi giorni: l’invasione delle notizie, la congestione delle decisioni, l’incrocio pericoloso tra notizie e decisioni. La permanenza in casa favoriva questo incrocio. Il bisogno di informazioni, la necessità di indicazioni si potevano tradurre in una consultazione compulsiva della rete.
Dopo l’ondata iniziale di attraversamento di questi incroci adesso si cominciano a vedere altri comportamenti. Tanti cittadini cominciano a selezionare decisioni ed informazioni. Il mito dell’uno vale uno è stato messo in crisi nelle giornate di questo drammatico periodo. La retorica dell’uno vale uno traballa vistosamente sia nei campi decisionali sia nei campi informativi.
Per le decisioni oggi si è tutti molto accorti. E si guardano attentamente i decisori: da quelli nazionali –ministri, leader di partito-, a quelli regionali –presidenti-, ai comunali-sindaci-.
I politici senza alcuna competenza, i tuttologi senza alcuna conoscenza, il parlare allo stomaco invece che alla ragione, sembrano svanire. Oltre al silenzio delle città emerge un altro strano silenzio, quello degli urlatori che non hanno che dire. La retorica dell’uno vale uno è stata schiantata dalla ricerca di competenze nelle decisioni.
Nel nostro vivere quotidiano mai abbiamo smesso di cercare competenze: se dobbiamo far innestare un ulivo non abbiamo chiamato un illustrissimo clinico, e non lo chiamiamo nemmeno se dobbiamo fare i calcoli statici per un edifico. Al contrario se dobbiamo operarci mai chiameremmo un eccellente potatore o il più bravo tra gli ingegneri strutturisti.
Per le informazioni in tanti si è più guardinghi. La disponibilità di tempo permette di confrontare, di vedere se quella fonte ha un pregiudizio o un suggeritore sistematico. Più tempo per le notizie non ha significato allargare le conoscenze superficiali, ha significato approfondire le conoscenze. E qui vengono a scoprirsi gli altarini: le veline sistematiche o le gigantesche bufale spesso progettate ad hoc, le comunicazioni dei potenti di turno spacciate per informazione. In tempi tranquilli fake e bufale passano, in questi momenti drammatici iniziano ad essere sbugiardate.
La retorica dell’uno vale uno comincia a mostrare la corda anche nell’informazione. È certo un campo più delicato, il web ha definito un continuum: dai post verbosi su FB ai tweet ultimativi, dall’influencer con migliaia di follower ai blogger, dai giornali online ai giornali stampati con le loro versioni web. Un diluvio di comunicatori appiattiti dall’uno vale uno. Questo drammatico periodo ci sta facendo riscoprire i Woodward e i Bernstein del Watergate, gli Sheehan dei Documenti del Pentagono, gli inviati che si recavano sull’Aspromonte, gli Impastato, le Ilaria Alpi.
In una ricerca sperimentale del 2012 si è studiato il problema del comportamento di un cittadino quando riceve l’informazione di un grave pericolo imminente: un evento naturale come un alluvione e un evento di security come la presenza di una bomba. Si voleva capire il comportamento rispetto a due decisioni.
Prima decisione: ricevuta l’informazione del pericolo, l’utente la segue e scappa oppure non la ritiene valida e rimane dove si trova? Seconda: l’utente se decide di scappare segue o no le indicazioni di percorso che gli fornisce l’informer? Quest’indagine ha un problema comune a tutte le indagini su una scelta da fare: la condizione dell’utente non è quella reale. E’ un problema conosciuto che spiega la differenza tra i sondaggi politici ed il voto.
L’indagine voleva conoscere il comportamento dell’utente rispetto a due diversi informer che avvertono del pericolo: uno sconosciuto e un direttore di un dipartimento universitario. In tutti i test la percentuale di utenti che segue le indicazioni del direttore è circa il 10% più alta. Rispetto alla seconda decisione, cioè seguire le indicazioni di dove andare, la percentuale raddoppia superando il 20%. In un test si è inserito come informer un rappresentante degli enti pubblici e le percentuali sono state intermedie tra lo sconosciuto e il direttore di dipartimento.
In una situazione drammatica l’attenzione alla competenza si rafforza e di molto.
*UNIRC