L'ANALISI. Scuola, tutte le cose da non fare

L'ANALISI. Scuola, tutte le cose da non fare

aule

Otto milioni di italiani hanno perso un anno di scuola malgrado gli sforzi encomiabili della didattica a distanza, ma c’e’ chi ha perso di piu’ e chi di meno perche’ quella didattica ha funzionato solo nella famiglie con un buon livello di istruzione, una buona strumentazione e un ottimo collegamento in rete. Dunque sono stati scavati altri solchi.

    Tra le fragilità insostenibili della civiltà contemporanea c’è stata (notava Pietro Folena) per quasi un trentennio la convinzione che il sistema scolastico pubblico e universalistico dovesse essere sostituito da un sistema di formazione modellato dall’ideologia liberista, costruito sull’assunto che l’unica forma organizzativa efficiente sia quella dell’impresa. Eppure il modello sociale europeo aveva fatto della scuola pubblica il cardine dello stato democratico. In Italia, in particolare, dove l’unità politica è stata raggiunta così tardi, le comuni tradizioni linguistiche e culturali del Paese al momento dell’Unità non erano ancora fuse in una lingua e in una cultura unitaria. Antonio Gramsci aveva indicato nella lotta culturale il cuore di un pensiero di cambiamento. Le conquiste e le avanzate della sinistra coincidono con le stagioni nelle quali più sono stati imponenti la battaglia per la riforma della scuola e l’impegno culturale.
Poi è arrivato il Covid-19.

  In un sistema scolastico che vede da un lato carenze strutturali e tecnologiche significative, e dall’altro l’eredità, l’onda lunga delle lotte per la scuola di tutti, di cui una generazione di insegnanti spesso vicini alla pensione è l’espressione, il fattore umano e’ importante, talvolta formidabile, in una struttura obsoleta, con sempre meno risorse a disposizione. Per questa ragione non si può non considerare un miracolo quella didattica a distanza. Essa ha permesso a una parte (non dimentichiamolo mai: a un’altra no) di godere di una qualche forma di continuità didattica, di proseguire i programmi, di scoprire modalità formative e comunicative in rete prima inesplorate. In questo processo un ruolo importante è stato svolto dalle famiglie, chiamate in qualche modo a integrare il lavoro (di controllo, di pulsione, di verifica) svolto dai docenti, ben più di quanto non accada in tempi ordinari.

Tuttavia quella forma di didattica è  “di emergenza”. Non si può lontanamente pensare che essa sostituisca il rapporto fisico e diretto tra gli studenti e i loro docenti. Il fattore umano della funzione docente non è decisivo solo nella stagione dell’infanzia – quando i maestri dell’asilo e della scuola elementare si sostituiscono alle figure dei genitori - ma in tutto il corso degli studi. Gli sguardi, la voce, il feeling, la relazione, le emozioni che si creano in una lezione reale sono assolutamente irriproducibili in un algoritmo. Non solo. A distanza la fiducia reciproca si attenua: si insinua il dubbio sull’autenticità, l’onestà, la verità della relazione studente-docente. Alla lunga la formazione diventa una spolveratina di nozioni, e la verifica un test a risposte multiple. Tutto diventa un test.   Nel binomio salute-economia, che ha assorbito il dibattito pubblico di questi mesi, è scomparso il tema della cultura, e della sua agenzia principale, la scuola. Sarebbe dunque esiziale riaprire le scuole a singhiozzo o in modo precario.

C’è un rischio alle porte, recentemente richiamato dal nostro Nuccio Ordine: che le élites, di nuovo, studino in luoghi confortevoli e adeguati tutto ciò che gli permette di continuare a governare il mondo; e che gli altri – la grande maggioranza – sia spinta in un circuito digitale omologante, gestito dai grandi player internazionali, che permette di avere l’infarinatura utile a servire – essere servi – in quel mondo. Dobbiamo esigere un piano che impegni nelle prossime settimane e nell’estate tutte le energie per garantire la riapertura in condizioni “normali” (con tutte le norme che valgono negli uffici, nelle fabbriche, nelle palestre, nel commercio di distanziamento e di precauzione) della scuola e dell’università, di ogni ordine e grado.

Scriveva Gramsci : “La cultura è organizzazione, disciplina del proprio io interiore; è presa di possesso della propria personalità, e conquista di coscienza superiore, per la quale si riesce a comprendere il proprio valore storico, la propria funzione nella vita, i propri diritti, i propri doveri’’.

  • TRIDICO, che unisce il Centrosinistra perché nato dal cuore della Calabria

    FILIPPO VELTRI
    Posso dire davvero, senza falsa modestia, che l’avevo capito dalla sera di Ferragosto che Pasquale Tridico alla fine avrebbe accettato di fare il candidato alla presidenza della Regione e diventare l’uomo che alla fine ha unito il centrosinistra calabrese.Lo…
  • A SALVINO NUCERA, IN MEMORIAM

    GIUSEPPE TRIPODI
    Gli antichi dicevano che «maru è lu nudu//ma cchiù maru è lu sulu».Il proverbio ruota intorno all'aggettivo calabro-romanzo «maru» che compare tantonella prima parte (tema) che nella seconda (rema); esso significa «povero, misero,disgraziato».Il senso del…
  • La Cineteca della Calabria: da Carne inquieta (Repaci) alla notte della Cultura a Palmi

    ZoomSud
    Correva l’anno 1952 ed usciva in Calabria, al Teatro comunale "Francesco Cilea" di Reggio Calabria “Carne inquieta”, di (Repaci) Musso, prodotto da Paolo Montesano, all’epoca personaggio di spicco della vita culturale reggina. Era stato proprio Prestifilippo…
  • IL LIBRO. A me la Gloria, Mimmo Gangemi, Solferino

    MARIA FRANCO
    "Era sui vent'anni, allegra e spigliata mentre parlava con due giovani. Fumava disinvolta e noncurante delle occhiatacce delle dame. Aveva qualcosa che lo intrigava. Non la bellezza. Per bellezza non luccicava. Era carina, ecco. (...) Tuttavia, lo attraeva,…
  • Le Regioni strumento di crescita del divari in Italia

    ISAIA SALES
    “Le rughe di una nazione sono altrettanto visibili di quelle di una persona”,scriveva Emil Cioran. Paradossalmente, in Italia le rughe sonomaggiormente evidenti nelle istituzioni più giovani, cioè le Regioni, chehanno acquisito una centralità nel dibattito…
  • Il nuovo libro di Mimmo Gangemi: "A me la gloria", Solferino

    FILIPPO VELTRI
    Mimmo Gangemi torna nelle librerie (dal 27 giugno) con un nuovoromanzo ‘’A me la gloria’’ (Solferino) che attraversa un pezzo della storiaitaliana, quella in particolare di Edda e Galeazzo Ciano. È il 27 gennaio del 1930 quando lui la vede: una ragazza non…
  • Le montagne della Porcina in Sila, tra lago Arvo e conca Cecita

    PIERGIORGIO IANNACCARO
    E’ una mattina di un Maggio di tanti anni fa, quando io e un amico, lasciata la macchina lungo una strada provinciale, ci incamminiamo su una strada sterrata, verso ponente, con lo scopo di raggiungere la cresta delle Montagne della Porcina, in Sila, a…
  • L'ANALISI. Tutti contro il Pd mentre il Cdx perde un'elezione dietro l'altra

    FIIPPO VELTRI
    Dopo l’ultima (e parziale) tornata elettorale è tornata in auge una voce comune, in circolazione ormai da alcuni anni, sul fatto che il Pd calabrese paghi i suoi non brillantissimi (poi vedremo, tra l’altro, se e come è vero) risultati elettorali e di…
  • Quel groviglio tra servizi segreti deviati e mafia contro il pericolo rosso

    ISAIA SALES
    I delitti eccellenti di mafia, così come le stragi compiute fuori dallaSicilia, presentano una singolarità tutta da decifrare. Innanzitutto,vengono commessi solo a partire dal 1971, con l’uccisione delmagistrato Pietro Scaglione, a quasi 80 anni di distanza…
  • RICORDI. La scuola, l’arte di legare le persone e “il mestiere piu’ antico del mondo”.

    MATTIA CELESTA
    di MATTIA CELESTA – C’è un bellissimo libro dello psichiatra Paolo Milone che si intitola “L’arte di legare le persone”. Parla del “mistero della malattia mentale” quando “convive con la quotidianità umanissima di chi, a fine turno, deve togliersi il camice e…
  • Il genocidio di Gaza, i silenzi, la fine del mondo...

    FIIPPO VELTRI
    IL GENOCIDIO DI GAZA, I SILENZI E LA FINE DEL MONDODI FILIPPO VELTRI"Me la sono sempre immaginata così la fine del mondo: muri sbriciolati,pareti dalle ferite profonde, un cane che scava tra i rifiuti diventati unadiscarica a cielo aperto, le strade quasi…
  • L'ANALISI. Si chiude l'era De Luca. In Campania urgono democrazia e rinnovamento

    ISAIA SALES
    I prepotenti, gli autocrati e i ricattatori si somigliano tutti. A destra e a sinistra, in Europa e nel mondo, in Campania e in Italia. Sono fatti della stessa pasta di cui è fatta la peggiore politica. La loro pericolosità cambia in rapporto al ruolo che…
  • LONGFORM. Le lezioni stravaganti di Giuseppe Tripodi

    PAOLO MARTINO
    LE LEZIONI STRAVAGANTI DI GIUSEPPE TRIPODI La stravaganza non è un fatto negativo. Vengono in mente le “Pagine stravaganti” del grande filologo Giorgio Pasquali che, all’insegna dell’autoironia, esibisce interessi eterogenei, eppure sempre in qualche modo…
  • L’Unical e l’Europa: centinaia di studenti da 26 nazioni per il Council Meeting 2025 di EUPeace

    ZoomSud
    Dal 5 maggio una settimana all’insegna di pace, giustizia ed inclusività con spettacoli, incontri, visite guidate e workshop Ben 300 studenti provenienti da 26 diversi Paesi europei prenderanno parte all’evento "EUPeace & ESTIEM Council Meeting Calabria 2025"…
  • SUD, intellettuali e politica. Una discussione a Milano. Intervista a Franco Ambrogio

    FIIPPO VELTRI
    Un paio di settimane fa una Fondazione lombarda, di Milano, la FondazioneCorrente, ha organizzato nel capoluogo di quella regione una giornata perdiscutere su Intellettuali e politica, con l’occhio rivolto al Mezzogiorno.Si, a Milano, a mille e passa km da…